Fisco, controlli a tappeto su conti e carte di credito: italiani state attenti!

Il Fisco ha avviato serrati controlli sui conti correnti e le carte di credito degli italiani che ora rischiano di brutto: tutti i dettagli.

L’Agenzia delle Entrate adesso potrà fare controlli incrociati sui conti correnti e sulle spese effettuate con le carte di credito degli italiani. Cosa c’è da sapere ora che il Fisco va alla ricerca degli evasori nel nostro Paese e che cosa cambia.

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Carta di credito (Pixabay)

Il Garante della Privacy italiano ha dato il via libera allo schema di decreto che si attendeva per dare la possibilità all’Agenzia dell’Entrate di monitorare il flusso di denaro con controlli incrociati. A disposizione di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza i dataset creati da algoritmi e intelligenza: liste di contribuenti classificati in base al rischio e alla propensione all’evasione. In base a questi dati ci saranno poi i controlli mirati sui contribuenti.

Il via ufficiale a procedere con questi controlli che mirano a scovare gli evasori si avrà con il prossimo decreto del Ministero dell’Economia. Il decreto era atteso entro marzo dello scorso anno, ma i tempi si sono allungati. A bloccare il testo era proprio l’ok del Garante arrivato soltanto adesso. Un lungo confronto che ha portato al definitivo sì da parte dell’authority.

Fisco: controlli sui conti italiani. Cosa si può fare

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Carta di credito (Pixabay)

I dataset saranno due, uno di analisi e uno di controllo. Il primo va ad analizzare, in base a criteri di rischio fiscale definiti, se in una determinata platea di contribuenti esistono rischi particolari di evasione. Il secondo dataset è formato quei contribuenti che possiedono uno o più rischi fiscali. Nei confronti di questi ultimi, dunque, il Fisco potrà avviare attività di controllo o inviare lettere di compliance, finalizzate ad incentivare l’adempimento spontaneo, che consentono al contribuente di rimettersi in regola con sanzioni ridotte.

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La lista degli italiani a maggior rischio di evasione sarà conservata dalle autorità fiscali per dieci anni. Per evitare violazioni delle privacy, le posizioni sottoposte a controllo saranno visualizzate con uno pseudonimo che non permetta di ricondurre istantaneamente all’identità del contribuente in oggetto.

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I diritti dei contribuenti in relazione alla privacy diminuiscono, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza potranno esercitare attività di tracciamento dei dati. Il Garante ha richiesto un’indicazione più precisa delle banche dati che si intendono utilizzare, con particolare attenzione alle informazioni relative alle spese sanitarie.

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