Cosa fare se l’ISEE esce difforme

Oggi andremo a vedere cosa fare se l’Isee esce difforme, tutte le direttive per i cittadini che hanno a che fare con questa problematica. 

Spesso ai cittadini capita di andare incontro all’Isee difforme. Oggi andremo a vedere cosa fare se si va incontro a questa problematica, tracciando le varie linee guida.

ISEE
Cosa fare se si riscontra la problematica (via Getty Images)

Oramai è noto che l’Isee difforme va evitato, visto che questo è uno strumento fondamentale per accedere a bonus e prestazioni varie. Ma non solo, visto che il documento ha un valore di documento amministrativo. Inoltre se questo documento viene falsificato si rischia di andare incontro alle sanzioni dell’Agenzia delle Entrate. Andiamo quindi a vedere come sarà possibile risolvere tutto.

Nel caso in cui un utente chieda l’Isee difforme rischia di non poter accedere a benefici ed inoltre rischia anche pene severe. Infatti l’Agenzia delle Entrate può mettere il cittadino in stato d’accusa per dichiarazione mendace o anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato. I documenti presenti presso le fonti amministrative devono combaciare con quelle dichiarate. Proprio per questo motivo l’INPS cerca di andare incontro al dichiarante con una serie di strumenti utili, come ad esempio la simulazione del documento per venire a conoscenza del reddito familiare. Andiamo quindi a vedere cos’è e come comportarsi con l’ISEE difforme.

ISEE difforme, cos’è e cosa fare con la DSU

Pensioni
Come risolvere la problematica (via Getty Images)

Come abbiamo anticipato l’ISEE è un documento amministrativo rilasciato dall’ufficio comunale adibito ad una prestazione che richiedi, o dal Centro di Assistenza Fiscale, o dal patronato locale. Ogni informazione dichiarata al suo interno è comprovato a sua volta dall’Agenzia delle Entrate e dallo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Inoltre deve rispettare tre parametri principali: il reddito complessivo, il patrimonio mobiliare e immobiliare e la composizione del nucleo stesso. Tutto ciò dipenderà dall’indicatore richiesto, ad esempio richiedi:

  • il diritto allo studio universitario per te o un tuo parente (figlio)?
  • l’indicatore perché hai un figlio minorenne avuto da una persona non coniugata e/o non convivente?
  • delle prestazioni per un tuo caro affetto da una patologia disabilitante?

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L’ISEE difforme mette a repentaglio anche la richiesta a questi indicatori. Inoltre sempre questo tipo di documentazione rischia di farvi andare incontro al pagamento di una sanzione amministrativa salatissima. Tutti gli indicatori infatti richiedono quello ordinario, come qualsiasi tipo di DSU. La Dichiarazione Sostitutiva Unica è il primo documento che il cittadino deve presentare per ottenere il DSU. Inoltre questa dichiarazione non può essere falsificata visto che contiene i dati: anagrafici, reddituali e patrimoniali.

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Tutti questi sono già presenti nel database dell’Agenzia delle Entrate e nell’Istituto stesso, ma la tua dichiarazione deve essere fatta in fede. Inoltre tutti questi dati devono combaciare, altrimenti significa che non sono state aggiornate le informazioni all’interno della dichiarazione. Inoltre i casi sono diversi a secondo del documento richiesto. Come il caso della DSU mini, utilizzato in caso di Isee ordinario.

ISEE difforme, cosa può fare il cittadino

L’Isee difforme è un vero e proprio problema visto che i dati amministrativi sono più decisivi e importanti di quelli autodichiarati dal richiedente. Per non perdere tutto basterà controllare la correttezza di tutti i valori dichiarati. Nel valore immobiliare, infatti, si chiedono: conto deposito o corrente, che sia bancario o postale, titoli di Stato e buoni fruttiferi , quote o azioni di società od obbligazioni, partecipazione in società estere e italiane.

Mentre invece vanno evitati conti bancari transitori, conti di pagamento, conti vincolati e liberi e libretti al portatore e nominativi. Nel caso in cui si andrà incontro a ISEE difforme bisognerà rivolgersi all’Ente che eroga la prestazione sociale che si vuole richiedere. Per quanto riguarda l’indicatore, gli enti competenti sono il CAF, il patronato locale e anche l’INPS stessa.

Questi enti chiederanno la documentazione idonea per verificare che quanto tu dici corrisponda al vero, ossia ciò che l’INPS ha consegnato con difformità. Se tutto va bene e la verifica è positiva, l’Ente ti rilascerà la prestazione, anche perché, qualora ti segnalasse la difformità ma non ottemperasse alla richiesta documentaria, avrebbe contro il DPCM n. 159/2013. Inoltre per correggere l’Isee bisognerà presentare una nuova Dichiarazione contenente le informazioni omesse. In particolare la DSU prevede tre versioni differenti: mini, integrale e corrente. Inoltre la documentazione può uscire difforme anche a causa di un errore da parte di un ente, tipo il Centro per l’Assistenza Fiscale. Per risolvere l’errore basterà anche solo fare una rettifica.

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