Arzano, agguato di Camorra: tra i 5 feriti anche due innocenti

Nuova sparatoria ad Arzano per mano della Camorra. Cinque feriti tra cui due innocenti: nel mirino forse il nipote del boss.

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I rilievi dei carabinieri in zona (immagine di repertorio)

Sparatoria all’esterno del Roxy Bar di via Silone ad Arzano. Sono ben cinque le persone ferite dai proiettili, tra cui due innocenti. Infatti si tratta di Mario Abate 61 anni, idraulico incensurato, vittima di una pallottola vagante che l’ha colpito al piede. Fortunatamente l’uomo non è stato ferito gravemente. Stando alle testimonianze l’uomo si sarebbe recato al bar per bere una birra alla fine della giornata di lavoro.

Secondo le prime indiscrezioni sono due le persone ferite estranee alla vicenda, con gli investigatori che continuano ad indagare sulla vicenda. Oltre all’idraulico sono rimasti feriti anche Salvatore Petrillo (29 anni), Roberto Lastra (36 anni), Vincenzo Merolla (18 anni) e Luigi Casale (39 anni). Inoltre il blitz ha generato del panico tra gli avventori del locale in questione.

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Arzano, sparatria al Bar Roxy: la ricostruzione degli inquirenti

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Sparatoria nella notte nella provincia napoletana (foto di repertorio)

Il raid di Arzano è avvenuto alle ore 20 della serata di mercoledì 24 novembre. Infatti nel mirino dei sicari, con molte probabilità, c’era Salvatore Petrillo, nipote del boss Pasquale Cristiano. Per la comunione del figlio l’uomo aveva sfoggiato una Ferrari per le strade dell’hinterland napoletano. Gli inquirenti hanno ritrovato davanti al Roxy Bar ben 20 bossoli. Una pioggia di proiettili che ha rischiato di far sfociare in carneficina l’agguato.

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Resta da chiarire la dinamica e le motivazioni della sparatoria. Infatti non è escluso un agguato dovuto a frizioni interne all’interno al clan e alla lotta per la leadership dopo l’arresto di Cristiano. Per gli inquirenti il movente della sparatoria potrebbe essere anche la scarcerazione due giorni fa di Giosué Belgiorno, figlio del capo clan Raffaele Amato. Inoltre due dei feriti sono ritenuti investigatori vicini al ‘Clan dei 167‘.

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