Beppe Vessicchio in difficoltà: “Avevo perso il mio equilibrio”

Beppe Vessicchio si lascia andare nella sua ultima intervista. Il momento difficile vissuto dopo l’allontanamento da Amici e dalla televisione.

Beppe Vessicchio
Beppe Vessicchio

Conduce l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio. Questa frase ci ha accompagnato in innumerevoli Festival di Sanremo, il direttore d’orchestra più amato d’Italia. Dal Festival della musica italiana ad Amici di Maria De Filippi. Le sue apparizioni in televisione sono state molteplici, come ricorda lo stesso musicista nel corso dell’intervista con il Corriere della Sera.

Un’affermazione del maestro fa aprire gli occhi: “Io spero che i tanti giovani che seguono il mio lavoro non perdano mai di vista il vero motivo per cui si fa qualcosa. Specie se, come me, ci si occupa di musica, di arte. Vedo tanta ansia di concretizzazione: fama, stabilità, soldi. Così però ci si inaridisce”. Ci sono aspetti più importanti, dunque. Vessicchio lo spiega ancor meglio raccontando un aneddoto, risalente al periodo del suo allontanamento dalla televisione.

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Il momento di difficoltà di Beppe Vessicchio

Beppe Vessicchio
Beppe Vessicchio a Sanremo

Da qui parte il racconto del direttore d’orchestra, che confessa le emozioni di un momento finora nascoste. Cosa è successo dopo il suo addio ad Amici? 

“C’è stato un momento della mia carriera in cui lavoravo moltissimo e soprattutto in televisione – ricorsa Vessicchio – C’era la serialità di Amici e di tanti altri programmi, una popolarità diffusa, capillare. Lusinghiera, non lo nascondo. Ma io sentivo che mi stavo immettendo in un’autostrada in cui facevo le cose per un senso di inerzia, per dovere, per lavoro. Poi, a un certo punto, la serialità televisiva si interruppe. Per tanti motivi, incluso un sano ricambio di personaggi. In un primo momento rimasi spaesato, senza equilibrio.

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Beppe Vessicchio non è certamente un professionista che si perde d’animo, così ha rivisto le sue priorità trovando nuova forza da infondere nella sua musica: “Dopo mi sono accorto che senza quel senso di ripetitività potevo fertilizzare la mia musica. E così ho ripreso in mano un pezzo che avevo cominciato a comporre da ragazzo, ho iniziato delle collaborazioni, magari meno stabili ma che mi danno tanta soddisfazione” conclude il maestro d’orchestra.

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