Avellino, cinque tra medici e personale rinviati a giudizio con gravi accuse

Sono cinque i soggetti per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Dovranno presentarsi di fronte al gup di Avellino.

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Ci sarebbero anche dei medici tra gli indagati (Foto di Darko Stojanovic da Pixabay)

Dopo la chiusura delle indagini, ora per cinque indagati potrebbero aprirsi le porte del processo. Sarà il giudice per l’udienza preliminare, Marcello Rotondi, a dover stabilire il prossimo 5 luglio se le prove raccolte sono sufficienti per disporre il dibattimento oppure sentenziare il non luogo a procedere.

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Il tutto parte da una denuncia del direttore generale dell’Asl irpina Maria Morgante. La donna infatti si accorse di un ammanco sui conti dell’ente di circa cinquecentomila euro. Immediata la denuncia alla Procura competente, che avviò subito le indagini.

Avellino, il raggiro degli indagati

La Procura avellinese riceve la denuncia e si affida alla Guardia di Finanza per le indagini. I quali scoprono una serie di pagamenti non consoni negli stipendi, confermando i sospetti di irregolarità provenienti dall’atto della direttrice.

I cinque avevano messo su un sistema molto ingegnoso per gonfiarsi lo stipendio. Utilizzando un sistema di contabilità parallela, infatti, riuscivano a raddoppiare i propri emolumenti. Questi ultimi finivano in un Iban virtuale collegato ad una postepay.

Le accuse sono pesantissime

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Utilizzata una prepagata con Iban per relizzare la presunta truffa (Via web)

Le indagini vanno avanti ed individuano i cinque “furbetti”. Che potrebbero fronteggiare delle accuse pesantissime. Gli inquirenti infatti li ritengono responsabili di truffa aggravata, falso ideologico, peculato ed anche di abuso d’ufficio.

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Sono noti anche i presunti responsabili, che dovranno spiegare al gup le accuse della truffa e della contabilità parallela.Tra questi ci sono anche Giuseppe FioreCarmine Montella, medici del 118. Tra gli altri accusati figurano anche Nicolino Giovino, autista del 118 e Giovanni La Torre che all’epoca dei fatti lavorava al reparto Risorse Umane dell’Asl. Infine l’ultima degli accusati è Maria Giuseppa Grasso: è la titolare della postepay sulla quale sarebbero confluiti i pagamenti, che venivano poi messi a disposizione dei componenti.

 

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