Migranti, si apre lo scontro tra ONG e governi europei

Dopo l’ennesimo naufragio di migranti nel Mediterraneo, scoppia la polemica tra le ONG ed i governi europei. Pesanti le accuse mosse dalle prime sulle seconde.

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La strage dei migranti solleva molte polemiche (Getty Images)

Il recente naufragio nel Mediterraneo ha riaperto le polemiche sulle modalità di assistenza ai migranti. Protagonisti del dibattito ONG, Frontex e tre nazioni, che nello specifico sono Libia, Italia Malta. Il tutto parte dalla ricostruzione dell’agenzia europea che pattuglia il succitato mare.

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Un aereo della stessa agenzia aveva infatti sorvolato lo specchio d’acqua nel quale si trovava il barcone affondato ieri. Questo ha poi avvisato i centri di soccorso dei tre paesi come stabilito dal diritto internazionale, i quali però non hanno evidentemente risposto.

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E a provarlo è il fatto che sono stati centinaia i morti in mare. Ocean Viking avverte inoltre che mancano all’appello altre 42 persone. Dopo i morti degli scorsi giorni, quindi, potrebbero esserci altre vittime. Nel frattempo si registrano i primi commenti in Italia.

Se Matteo Salvini si concentra sull’ennesima strage del mare, Enrico Letta ritiene necessario un cambio di rotta sulla politica dei migranti. La minista Lamorgese, in una nota, fa sapere che con la ministra degli Esteri libica si è parlato anche di questo argomento nell’ambito della cooperazione e di accordi bilaterali in tema di sicurezza.

Le risposte dell’ OIM e di Sassoli

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Duro monito di David Sassoli, presidente dell’EuroParlamento (Getty Images)

Non mancano poi le risposte a livello internazionale. L’OIM, organizzazione mondiale per le migrazioni, attraverso il suo portavoce si chiede “qualè l’eredità dell’Europa”. Gli fa eco Sassoli, che chiede di “fare chiarezza e verificare colpe e responsabilità”.

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Di certo rimangono le persone in fondo al mare. Vittime, secondo le ONG, di un’indifferenza senza uguali. Che continua a mietere morti in modo vertiginoso. Nel 2021, secondo l’UNHCR che ha come compito quello di occuparsi dei rifugiati, sono 300 le persone annegate dall’inizio dell’anno. Un numero doppio rispetto allo scorso anno che merita una riflessione più ampia e profonda.

 

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