Gettoni telefonici, quanto valgono oggi: il trucco per riconoscere i più rari

Sai quanto valgono i gettoni telefonici oggi? Scopri il trucco per riconoscere i pezzi più rari e da collezione, puoi farci una fortuna!

gettoni telefonici
Gettone telefonico (Foto: Wikimedia Commons)

Quanto valgono oggi gettoni telefonici, a più di vent’anni dalla loro uscita di scena? Una lunga storia iniziata con il primo pezzo Stipel nel 1927 e finita il 31 gennaio 2001. Cerchiamo di scoprire insieme il valore di ciascun gettone e come riconoscere i pezzi più rari e da collezione.

Il primo gettone telefonico, come detto, risale al 1927. La Stipel era la concessionaria del servizio di telefonia in Piemonte e Lombardia. Per la Fiera Campionaria di Milano furono realizzati gettoni in alpacca (una lega di rame, nichel e zinco) o in bronzo, utilizzabili soltanto dai telefoni interni alla fiera. Soltanto alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945 avremo in Italia i gettoni telefonici con le tre scanalature, utilizzabili in qualsiasi telefono pubblico e realizzati dalla Teti (Società Telefonica Tirrena).

Nel 1959 la produzione non sarà più monopolio della milanese E.S.M., ma si allargherà ad altri centri. Così nascono i gettoni che sono ben presenti nella memoria di chi ha vissuto il secolo scorso: i gettoni telefonici in uso fino all’alba del 2001 e poi messi fuori corso da Telecom. Dopo i gettoni ci fu la scheda telefonica e soprattutto l’euro a cambiare il funzionamento dei telefoni pubblici.

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Gettoni telefonici: storia, valore oggi, pezzi da collezione

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Cabina telefonica (Pixabay)

Per prima cosa è importante saper riconoscere il tipo di gettone telefonico con cui si ha a che fare. Inizialmente ne esistevano infatti tre tipi, come spiega il sito specializzato LaMoneta.it:

  • Tipo A: gettone urbano per chiamate fino a 3 km di distanza. Due scanalature su una faccia e una scanalatura centrale sull’altra.
  • Tipo B: gettone urbano per chiamate tra i 3 e i 10 km. Una scanalatura laterale per ciascuna faccia.
  • Tipo E: gettone interurbano per chiamate oltre i 10km di distanza dalla centrale principale. Due scanalature, una centrale e l’altra laterale, su una delle due facce.

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Gettone Stipel 1927: generalmente in ottone, più raramente in ferro. Valore superiore ai 100 euro in caso di presenza di piccoli errori di conio (come ad esempio il mancato punto dopo la L nella sigla riportata sulla parte superiore del gettone); negli altri casi il valore all’asta si aggira tra i 30 e i 40 euro.

Gettone Timo 1928: estremamente raro, prezzo che varia dai 100 ai 200 euro.

Gettone Telve 1932: rarissimo, valore superiore ai 250 euro all’asta.

Gettone Set 1934: due varianti esistenti, valore di 70 euro se la sigla non ha il punto finale; valore di oltre 180 euro se il punto è invece presente.

Gettone Teti 1935: raro, colore diverso a seconda della quantità di alluminio nella lega metallica utilizzata per il conio. Valore intorno ai 20 euro, in caso di eccezionale conservazione può schizzare fino a superare i 200 euro!

Gettoni telefonici dal 1959: il gettone più comune e diffuso, in caso di ottima conservazione un singolo gettone non va solitamente oltre il valore di un euro. Infine, alcuni possono valere fino a 15 o a 50 euro a seconda dell’anno/sigla che presentano inciso.

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