Caso Samuele, convalidato il fermo per l’uomo accusato di omicidio

Dopo la morte del piccolo Samuele, proseguono le indagini. Gli inquirenti hanno disposto il fermo per l’uomo accusato di omicidio.

Caso Samuele
Continuano le indagini su quanto avvenuto a Via Foria (via social))

Proseguono le indagini sulla morte del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni precipitato venerdì scorso in Via Foria a Napoli. Il gip Valentina Gallo ha convalidato il fermo emesso sabato nei confronti di Mariano Cannio, il 38enne sul quale ricadono le accuse di omicidio.

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In un primo momento si era ipotizzata una caduta accidentale dal balcone di casa, dove si trovava il piccolo. Nel corso delle ore, però, i sospetti si sono concentrati nei confronti di Cannio presente all’interno dell’abitazione. Nel frattempo è stata disposta l’autopsia sulla salma del bambino, al fine di comprendere meglio le dinamiche del presunto omicidio.

Caso Samuele, massimo riserbo da parte del legale di Cannio

Caso Samuele
La magistratura conferma la misura del fermo a carico di Cannio (Foto di succo da Pixabay)

Nel frattempo l’uomo si trova nel carcere di Poggioreale. Stamattina si è tenuta l’udienza di convalida, durante la quale l’uomo avrebbe rilasciato delle parziali ammissioni. L’avvocato Mariassunta Zotti, che ha assunto la difesa dell’uomo, preferisce mantenere il massimo riserbo sulla vicenda.

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Non intendo riferire dettagli su quanto dichiarato dall’assistito. Sono coinvolte delle famiglie che stanno soffrendo, non intendiamo speculare sulla vicenda” ha detto ai giornalisti che le chiedevano maggiori informazioni. Nel frattempo si parla anche di una richiesta di incidente probatorio, per verificare la capacità di intendere e di volere del 38enne. La misura è volta a verificare se l’uomo al momento dell’episodio era nel pieno possesso delle facoltà intellettive, oltre a verificarne la pericolosità sociale. Nel caso in cui si accettasse il contraddittorio sulla non imputabilità e sulla pericolosità sociale, verrebbe applicata la misura della sicurezza personale.

In pratica l’uomo non potrebbe scontare una pena detentiva in carcere ma sarà trasferito in un’apposita struttura dove verrà seguito al fine di monitorare la sua salute mentale. In quel caso sarà approntato anche un percorso specifico per recuperare o attenuare l’eventuale malattia mentale, in modo da tenere sotto controllo la situazione.

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