Britney Spears, il manager e l’avvocato la abbandonano: cosa è accaduto

Britney Spears, la querelle legale continua e l’artista è stata lasciata da due figure storiche della sua carriera

Britney Spears
Britney Spears (Getty Images)

La star americana Britney Spears si è trovata a ventiquattro ore di distanza senza manager e senza avvocato. Larry Rudolph, il manager, aveva rassegnato le sue dimissioni dopo la pausa che l’artista si è presa dal lavoro, dichiarando che sono passati due anni e mezzo dall’ultima volta che si sono visti e che quindi i suoi servizi non sono più necessari.

È passato un giorno da questa decisione e anche il suo avvocato, Samuel D. Ingham, ha rimesso il suo mandato dopo quanto detto dalla popstar sulla rinuncia della tutale del padre alla quale è sottoposto da quattordici anni.

Lo scorso 23 giugno il New York Times aveva pubblicato dei documenti del tribunale dai quali era emersa la volontà della donna di liberarsi di questa tutela ritenuta troppo limitante. Secondo TMZ tale desiderio avrebbe portato l’avvocato Ingham a rimettere il suo mandato. Nell’udienza del 23 giugno Britney Spears avrebbe detto di non sapere della possibilità di chiedere la fine della tutela mentre sarebbe stata un’opzione prospettata dall’avvocato.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Scarlett Johansson, arriva la notizia più bella: l’attrice scoppia di gioia

Britney Spears, perché è sotto tutela del padre

Movimento a favore di Britney Spears (Getty Images)

La questione della tutela di Britney Spears va avanti ormai dal 2007 quando una sentenza del tribunale pose la popstar sotto la tutela del padre Jarem Spears a seguito di una grave crisi mentale. Da allora la volontà del padre è decisiva in ogni aspetto della donna, dalle cure agli spostamenti alla gestione delle finanze.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Fino all’ultimo battito: trama ed anticipazioni dell’ultima fiction di Rai 1

Da anni i fan hanno lanciato il movimento FreeBritney chiedendo la fine della tutela perché ritenuta troppo stretta dove sarebbe controllato anche lo smartphone. Negli ultimi anni la battaglia legale si è intensificata e dal 2019 l’artista non produce musica e pare non voglia farlo fino a quando la tutela non sarà finita. Secondo gli avvocati del padre, invece, i benefici della misura ci sono, soprattutto per quanto riguarda le sue casse. Ma la vicenda sembra lontana dal concludersi.

 

Impostazioni privacy