Pesce fresco in Italia, incombe una grave allerta: cosa sta accadendo

I pescatori hanno deciso di non uscire più in mare mettendo a rischio la produzione di pesce fresco in Italia

Già a partire dal nuovo anno gli italiani hanno patito un aumento del costo delle bollette. Purtroppo a causa della guerra in Ucraina la situazione è peggiorata sensibilmente.

Pesce fresco
Pesce fresco a rischio (Fonte: Pixabay)

Le ripercussioni sui mercati, infatti, sono ingenti, soprattutto per quel che concerne le materie prime. Dunque, in Italia si cominciano a far sentire le prime proteste degli autotrasportatori contro il caro benzina. Alle contestazioni si sono aggiunti anche i pescatori che chiedono al Governo Draghi di sostenerli e di intervenire in materia. Questa categoria di lavoratori, infatti, ritiene che il pesce fresco in Italia sia a rischio. Questo è dovuto dal fatto che il caro gasolio non consente di sostenere questa attività e il settore ha deciso di sospendere le proprio attività.

Così come chiarito ha spiegato dal presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona, Apollinare Lazzari, mercoledì 9 marzo le associazioni di categoria si recheranno a Roma per una riunione al Ministero. “L’obiettivo è quello di far entrare il settore della pesca tra quelli che otterranno un aiuto nel prossimo Decreto. In caso contrario, la situazione si aggraverà sempre più. Attualmente, costi sono di gran lunga superiori dei guadagni“, ha dichiarato il Presidente.

Allerta pesce fresco in Italia: la situazione

Pesce fresco
Sciopero dei pescherecci in Italia (Fonte: Pixabay)

Per capire meglio quali sono, al momento, le condizioni: un pieno al peschereccio costa 1.200 euro, spiega QuiFinanza. Il quadro generale, perciò, appare drammatico, basta considerare che già dalla scorsa settimana il prezzo medio del gasolio si è stabilito al di sopra di 1,7 euro al litro. Quello della benzina a livello nazionale è schizzato oltre 1,9 euro al litro in modalità self service, la meno costosa, mentre i prezzi nella modalità “servito”, sia per benzina che per gasolio, superano i 2 euro al litro.

Proprio per questo, a partire dalla notte del 7 marzo, i pescherecci italiani hanno deciso di non uscire in mare per una settimana intera. Il blocco dei pescatori coincide con lo sciopero generale indetto da Non Una di Meno in occasione della Festa della Donna. Si tratta di una scelta, resa nota dall’Associazione produttori Pesca, è stata presa nel corso di un’assemblea che ha preso luogo a Civitanova Marche. A questa riunione hanno partecipato i rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane.
Nelle Marche, ad esempio, come riferito da QuiFinanza, hanno aderito tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro. Nella mattina dell’8 marzo, il comparto, recatosi presso gli uffici delle Capitanerie di Porto, ha deciso di consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai.

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