Guerra tra Ucraina e Russia, rincari assurdi: dalla benzina all’olio

La guerra tra Russia ed Ucraina sta avendo pesanti ripercussioni anche sull’economia mondiale: i rincari sono assurdi. Dalla benzina all’olio, quello che sta succedendo.

Il conflitto tra i due Paesi sta diventando sempre più pesante. Il bilancio delle vittime sale ora dopo ora. I due incontri per i negoziati avvenuti in questo periodo non hanno portato a granché se non un cessate il fuoco che è stato in gran parte anche inatteso. La situazione è molto grave e segni di una fine all’orizzonte non sembrano arrivare. Intanto, cresce il numero di persone, soprattutto donne, bambini, anziani e disabili, che lasciano l’Ucraina.

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Un distributore di benzina (via pixabay)

I corridoi umanitari, l’unica buona notizia scaturita dai negoziati, come dicevamo in precedenza, non sono avvenuti e non hanno funzionato. I bombardamenti sulle città non hanno avuto tregua ed i soldati russi hanno continuato a sparare. Purtroppo, il conflitto porta con sé, a cascata, tutta una serie di conseguenze anche per tutti gli altri Paesi.

Le sanzioni alla Russia evidenziano un grave deficit dell’Europa, e soprattutto dell’Italia, che riguarda la fornitura del gas. Ma non è tutto: il blocco dei trasporti, anche quelli marittimi, nelle zone interessate dal conflitto comporta delle problematiche.

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I rincari causati dalla guerra tra Russia ed Ucraina

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Alcune spezie all’interno di recipienti e poste su un tavolo (via pixabay)

Le stime, riportate da Sky Tg24, parlano chiaro: si prevede, nel nostro Paese, un aumento vertiginoso dei prezzi. Non stiamo considerando, però, solo le bollette di luce e gas, ma anche e soprattutto di materie che si utilizzano tutti i giorni e con abbondanza. Benzina, pasta, grano, pane. Inoltre, il settore siderurgico dovrà applicare prezzi molto più alti rispetto al normale per soppesare alla situazione.

Le materie prime interessate, infatti, sono principalmente l’alluminio, il rame, il nickel, la ghisa. Si prevede un aumento del costo della pasta di circa il 10% mentre per il pane si parla addirittura di un 30%. Purtroppo anche il settore dell’allevamento deve subire il colpo della guerra perché c’è l’interruzione forzata nella fornitura di mais. Il granturco è fondamentale per la dieta degli animali e l’Italia ne importa dall’Ucraina oltre il 50%.

Il grano ha raggiunto dei costi altissimi salendo ai massimi da 14 anni a questa parte: ben 33,3 centesimi al chilo. L’Italia, in questo caso, è meno colpita perché l’importazione dai Paesi attualmente in guerra è solo del 5%. Inoltre, si prevedono ulteriori rincari per le forniture di benzina.

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