Alternativa al Gas, cosa può fare ora l’Italia e a chi può rivolgersi

L’Italia, come altre nazioni europee, devono riflettere su un’alternativa al gas russo: quali sono le opzioni sul tavolo

L’attacco della Russia alla popolazione ucraina prosegue drammaticamente e le sanzione dell’Europa diventano sempre più stringenti.

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Le possibili alternative al gas in Europa (Fonte: Pixabay)

La Russia esporta annualmente tra 150 e 190 miliardi di metri cubi di gas in Europa, rispondendo al 30-40% della domanda di tutto il continente. Dunque, la guerra provocata da Putin in Ucraina stravolge, non poco, gli assetti geopolitici. Probabilmente, tutti in questo momento si stanno facendo la stessa domanda ossia: “Se l’Europa vuole svincolarsi dalla dipendenza dalle forniture di Putin, quali sono le possibili alternative?” Tra le possibili strade percorribile c’è il GNL, ossia un gas naturale liquefatto (o gas super-refrigerato), condensato appunto in forma liquida. La sostanza è trasportata via nave e “rigassificato” presso terminali specializzati.

Alternativa al Gas: tutte le strade percorribili in Italia

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Le possibili alternative (Fonte: Pixabay)

Tra i più grandi esportatori del GNL ci sono gli Stati Uniti, il Qatar e Australia. Inoltre, il Qatar sembra che sia disponibile ad incrementare le esportazioni di questa miscela in Europa, consentendo di dipendere sempre meno dalla forniture di gas del Cremlino. La mancanza di infrastrutture sul territorio, però, potrebbe rendere difficile il passaggio al GNL che, in base a quanto sostenuto dagli esperti, potrebbe necessitare anche 10 anni.

Nel frattempo, i Paesi occidentali stanno incrementando la pressione su Mosca. Infatti, i Governi europei e non solo hanno approvato nuove sanzioni per emarginare ancor di più la Russia e la sua economia. Tra le misure adottate, ad esempio, c’è la decisione di escludere alcune banche russe dal sistema di pagamento SWIFT. Tutto questo potrebbe causare un effetto sul flusso di gas verso l’Europa. Vladimir Putin potrebbe, infatti, scegliere di chiudere del tutto i rubinetti per vendetta. Proprio per tale ragione, le principali società energetiche europee hanno cercato di velocizzare l’acquisto della sostanza, in quanto preoccupati che le forniture sarebbero state interrotte. Nelle ultime ore, dunque, si sta pensando di tornare a con la produzione di carbone. Anche questa via, però, provocherebbe non pochi problemi.

Il carbonio, infatti, durante la combustione, si trasforma in una sostanza inquinante generando di conseguenza l’aumento della temperatura terrestre. Allo stesso tempo, il transito ad energie rinnovabili necessita di ingenti investimenti e interventi consistenti e un miglioramento dell’efficienza energetica – domestica e industriale. Si tratta, perciò, di strada certamente percorribili, ma soltanto a lungo termine. Intanto, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato che sospenderà il progetto del gasdotto Nord Stream 2, che doveva fornire gas naturale all’Europa direttamente dalla Russia.

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