Napoli, operazione antiterrorismo: 7 arresti per contraffazione di documenti

Operazione antiterrorismo a Napoli, dove la Guardia di Finanza ha arrestato 7 pakistani per ricettazione e contraffazione di documenti.

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L’operazione dei baschi verdi (via Guardia di Finanza di Napoli)

Questa mattina il Gip del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per sette persone di nazionalità pakistana. Infatti gli imputati sono gravemente indiziati di possesso e fabbricazione di documenti falsi e ricettazione. Inoltre a condurre l’operazione ci hanno pensato il nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, su delega e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Sezione Antiterrorismo.

L’operazione poi si è estesa anche nel comune siciliano di Caltanissetta. A far partire le indaigini ci sono state delle segnalazioni sospette. Nel dettaglio, gli agenti della Guardia di Finanza hanno analizzato i conti intestati a extracomunitari provenienti da Pakistan, Afghanistan, India, Bangladesh, Cina e Kyrgyzstan. Al termine delle indagini, il gip del Tribunale di Napoli ha deciso di emettere i sette provvedimenti di custodia cautelare.

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Napoli, nuova operazione antiterrorismo: Guardia di Finanza a lavoro

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La Guardia di Finanza di Napoli a lavoro sul territorio (via Screenshot)

Non si fermano le operazioni di controllo del territorio della Guardia di Finanza, che questa mattina su delega e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Sezione Antiterrorismo ha eseguito 7 custodio cautelari tra (zona Borgo Sant’Antonio Abate e rione Sanità). I baschi verdi hanno così fermato degli extracomunitari provenienti da Pakistan, Afghanistan, India, Bangladesh, Cina e Kyrgyzstan.

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Nel corso degli accertamenti, i finanzieri hanno verificato che sui conti correnti degli arrestati erano state effettuate ricariche di 345 carte di credito estere (USA e Canada). Inoltre le carte erano intestate ad ignari correntisti. Inoltre alle ricariche seguivano bonifici verso altri rapporti finanziari accesi all’estero. Gli intestatari erano di origine araba ed erano destinati principalmente in Germania, Paesi Bassi e Belgio. Inoltre è emersa anche la produzione e utilizzazione di almeno trenta documenti d’identità falsi, che venivano utilizzati per aprire conti correnti in vari paesi europei.

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