Star in the Star, è bufera sul programma: Pier Silvio Berlusconi imbestialito

All’esordio di Star in the Star condotto da Ilary Blasi è già bufera. Pier Silvio Berlusconi sarebbe infatti imbestialito: i motivi

star is in the star

Giovedì scorso ha esordito il programma Star in the Star, condotto da Ilary Blasi. Dopo la prima puntata però il dirigente della Mediaset Pier Silvio Berlusconi sembrerebbe imbestialito. Il format ha ottenuto uno share deludente ed è stato letteralmente superato dalla fiction di Rai Uno Sorelle per sempre.

La trasmissione andata in onda su canale 5 ha riscosso uno share dell’11%, pari al di 1.947.000 di utenti. Mentre le serie tv della Rai ha totalizzato uno share del 24,4% pari al 4.763.000 di spettatori. Tuttavia non è questo il motivo della furia del dirigente della Mediaset. La bufera non riguarda nemmeno la presunta similarità del format Star is the Star con Tale e Quale Show e Il Cantante Mascherato. La questione riguarda aspetti completamente diversi

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Star is in the Star, i motivi della bufera

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Le cause della bufera sarebbero dunque da ricercare dal lavoro svolto dalla società di produzione Banijay, minacciata di querela da parte della Mediaset. “Una lettera durissima è arrivata sabato sui tavoli dei due dirigenti di Banijay: mittente Pier Silvio Berlusconi che, vista la puntata d’esordio, ne è uscito furibondo. Se la prossima puntata non cambierà radicalmente l’azienda di Cologno Monzese procederà con querela e richiesta danni”. Questo è quanto si legge in una nota di Dagospia.

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Sembrerebbe dunque che la ragion d’essere del programma è stata completamente elusa rispetto al contratto di appalto. Secondo Pier Silvio Berlusconi il pubblico perciò è stato totalmente truffato. Il senso della trasmissione doveva essere la perfetta somiglianza tra il personaggio sul palco e la star musicale interpretata. Insomma, il pubblico da casa  avrebbe dovuto essere fuorviato da pensare addirittura “Non può essere un sosia, quello è davvero Elton John!”. Questa avrebbe dovuto essere la reazione dei telespettatori secondo Dagospia.

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