Pedopornografia, asse Canada-Napoli: un arresto e sette denunce

Pedopornografia, scambio di materiale con minori da oltre oceano: l’operazione in quattro province italiane

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Getty Images

La pedopornografia online è uno dei reati sui quali l’attenzione della Polizia di Stato è sempre più alta viste le centinaia di migliaia immagini che ogni giorno circolano sulla rete. La Polizia Postale di Napoli ha denunciato sette persone tra le province di Napoli, Roma, Foggia e Cosenza e in più c’è stato un arresto.

L’indagine coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma – Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) è stata diretta dalla Procura di Napoli e ha avuto la collaborazione delle autorità canadesi.

L’approfondimento investigativo è scaturito proprio da un’indagine della polizia canadese che stava indagando sullo scambio di video e foto con contenuti pedopornografici inviati su un’app di messaggistica istantanea.

Una volta scoperte le identità delle persone coinvolte e residenti nelle suddette province, hanno avuto luogo le perquisizioni domiciliari ed è stato trovato il materiale con violenze su minori, provenienti dal Canada.

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Pedopornografia, poche settimane fa l’ultima operazione della polizia

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Polizia Postale (Getty Images)

L’unica persona arrestata nell’operazione delle ultime ore che ha portato a sette denunciati, è un cittadino straniero residente nel Cosentino, detentore del materiale pedopornografico reperito online e scambiato con altri utenti. Le immagini e i video sono ora sottoposti a sequestro così come i dispositivi utilizzati per scambiarli e conservarli.

L’attività anti-pedofilia continua senza sosta e purtroppo gli episodi sono sempre più frequenti. L’ultima indagine – conclusa con un arresto – è stata condotta solo qualche settimana fa. Il 23 giugno è stato denunciato un napoletano insieme a un uomo residente a Padova mentre sono scattate le manette per un 52enne di Gorizia.

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Sono state scoperte oltre duemila conversazioni avvenute sul dark web dove i responsabili hanno scambiato il materiale con minori e nel caso specifico della persona arrestata aveva anche proposto incontri con bambini. Il materiale scambiato veniva pagato con le criptovalute.

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