Whirlpool, gli operai di Napoli bloccano uno svincolo autostradale

Gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli hanno bloccato uno svincolo autostradale. Ancora proteste contro la possibile chiusura.

Whirpool
Continuano le proteste dei lavoratori della multinazione (Screen video Fiom Napoli)

Non si fermano gli operai della Whirlpool, che anche oggi hanno protestato a Napoli. Infatti già durante la giornata di ieri un corteo aveva raggiunto lo svincolo autostradale nei pressi della fabbrica di via Argine, bloccando anche la normale circolazione dei veicoli. Durante questo giovedì gli operai sono tornati a protestare. Una scelta chiara, visto che nella giornata di ieri l’azienda ha annunciato lo sblocco dei licenziamenti a partire dal 1° luglio.

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L’annuncio è arrivato dopo il tavolo con il Ministero dello Sviluppo economico. Di conseguenza gli operai hanno prima tenuto un’assemblea all’interno dello stabilimento e successivamente sono tornati a protestare. Infatti usciti in corteo, gli operai hanno raggiunto lo svincolo di San Giovanni a Teduccio, che permette alle auto di immettersi nell’Autostrada A3.

Whirlpool, gli operai di Napoli non mollano: duecento lavoratori in rivolta

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I lavoratori della multinazionale in protesta (via Screenshot)

Sono ben duecento i lavoratori della multinazionale che hanno partecipato al corteo che è riuscito a bloccare lo svincolo autostradale di San Giovanni a Teduccio, che immette nella A3. Una protesta che ha un obiettivo ben chiaro, impedire i licenziamenti annunciati dalla multinazionale che manderebbero ben 350 famiglie per strada. Gli operai hanno così chiesto al Governo di impedire che una vertenza della durata di due anni si trasformi in una situazione drammatica.

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A parlare per gli operatori dello stabilimento ci ha pensato Antonio Accurso, ossia il segretario generale aggiunto del sindacato UILM Campania. Infatti con una nota Accurso ha concluso ricordando che la Whirlpool non può licenziare al Sud per assumere al Nord, di far partire i licenziamenti a Napoli per poi chiedere gli aiuti allo stato italiano. Infine il segretario generale aggiunto ha concluso affermando: “L’Italia riparte se nessuno rimane indietro“.

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