Omicidio Cerciello, chiesto ergastolo per i due americani

Nell’ambito del processo per l’omicidio Cerciello, il pm chiede l’ergastolo per i due studenti americani. I due ragazzi erano presenti in aula.

Omicidio Cerciello
Si sta per concludere il processo per l’omicidio del carabiniere Cerciello (Photo by Antonio Masiello/Getty Images)

La richiesta del pubblico ministero Sabina Calabretta è chiara: la pena chiesta per i due americani è l’ergastolo. E’ quanto emerge dalla requisitoria del magistrato per l’omicidio Cerciello, ucciso nel 2019 da undici coltellate.

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In aula era presente anche il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, che ha coordinato l’inchiesta. Presenti all’udienza dinanzi alla Corte d’Assise anche i due giovani imputati, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth.

Omicidio Cerciello, la requisitoria del pubblico ministero

Secondo la requisitoria del pm i due giovani avrebbero ucciso l’agente, che stava solo svolgendo il suo lavoro. Un uomo apprezzato dai colleghi, che riusciva sempre ad aiutare il prossimo e aveva un comportamento in servizio impeccabile.

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Per il magistrato la pena deve servire come deterrente, in modo da evitare che venga commesso un reato simile. I due americani erano in cerca di coca, quando si sono imbattuti in Mario Cerciello Rega. Che è stato aggredito in modo brutale, senza possibilità di difendersi. Una morte cruenta ed inspiegabile per una persona che stava solo svolgendo il proprio lavoro.

Non aveva possibilità di difendersi

Omicidio Cerciello
Due gli imputati per l’omicidio (Getty Images)

Lo stesso pm spiega anche come, anche in presenza dell’arma, sarebbe stato difficile riuscire a difendersi con celerità. La finalità degli imputati era chiara: il loro scopo era uccidere, con molta brutalità. Come confermato anche dalle perizie e dall’autopsia effettuata sul corpo del carabiniere.

La requisitoria si conclude con la descrizione del delitto. Inferte undici coltellate in meno di 30 secondi. Nessun tentativo di strangolamento o di attacco da parte dell’agente. Infine l’impossibilità per Varriale di intervenire a difendere il collega. Il primo infatti era impegnato nella colluttazione con Natale, che gli ha impedito di evitare quanto successo in pochi fatali istanti.

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