Meteo, nuovo studio sulla Corrente del Golfo: i risultati

Un nuovo studio sui cambiamenti del meteo pone l’accento sulla Corrente del Golfo. Un flusso d’aria importantissimo per l’Europa, che però rischia di vanificare i suoi effetti benefici.

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La Corrente del Golfo, cruciale per Regno Unito ed Europa (Getty Images)

La Corrente del Golfo si sta raffreddando. Questa l’implacabile conclusione fatta dalla rivista Nature Geoscience e riportata in Italia dall’INGV. Lo studio prende in considerazione le variabili che incidono sul meteo, analizzando anche l’impatto del riscaldamento globale.

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Uno studio condotto da una collaborazione tra scienziati inglesi, tedeschi ed irlandesi arriva ad una conclusioone molto seria. La circolazione della corrente nell’Oceano Atlantico è ai minimi, considerando l’ultimo millennio. Non una bella notizia, soprattutto per l’Europa.

Meteo, l’importanza della Corrente del Golfo

Gli scienziati prevedono scenari preoccupanti sul meteo, se la tendenza dovesse continuare. Lo studio si basa su analisi di carotaggi nel ghiaccio e sedimenti oceanici, al fine di poter ricostruire l’evoluzione e i vari effetti della Corrente nel Golfo nel corso di un millennio.

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Un’indebolimento della stessa porterebbe a risultati catastrofici per l’Europa. A partire dal Regno Unito, dove gli inverni potrebbero essere più rigidi. Mentre nel continente europeo ci sono seri rischi per l’estate, con maggiori ondate di calore e fenomeni di siccità.

Da dove nasce e come si sviluppa la Corrente del Golfo

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Seri rischi per il meteo in futuro (Getty Images)

La Corrente del Golfo è un sistema di circolazione oceanica che nasce dal Golfo del Messico e arriva fino in Islanda. Qui l’acqua calda superficiale si raffredda e diventa più salata, attirando ancora più acqua della medesima natura dai Caraibi.

Il riscaldamente globale può mettere a repentaglio questo vitale ricambio, che permette di stabilizzare il clima in Irlanda e Regno Unito, oltre che per tutta l’Europa. Gli esperti stimano che l’indebolimento potrebbe riguardare dal 35% al 45% del fenomeno entro la fine di questo secolo.

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