Brexit, meno di un mese all’addio ufficiale ma non c’è accordo

Brexit, il 31 dicembre 2020 scade il periodo di transizione ma restano le distanze sui diritti di pesca nel canale della Manica

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Sono passati più di quattro anni dal referendum che ha detto addio tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea. Era il giugno del 2016 quando i cittadini alle urne votarono per la cosiddetta Brexit, facendo esultare milioni di euroscettici dell’intero continente.

Il 31 dicembre 2020 scade quel periodo transitorio che avrebbe dovuto accompagnare l’uscita ufficiale della Gran Bretagna dall’Europa economica e politica. Periodo utile a trovare gli accordi per il divorzio ma che a meno di un mese dalla fine ufficiale del matrimonio, ancora non trova un concordato definitivo.

Le trattive si sono arenate. Oggi pomeriggio il capo del governo britannico Boris Johnson e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen avranno un incontro. C’è uno scoglio da superare e la metafora non potrebbe essere migliore in questo caso visto che la questione riguarda il mare e la pesca.

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Brexit, manca accordo per la pesca e la governance del mare

La controversia riguarda il diritto reciproca di pesca in particolare nelle acque della Manica. La Francia, ovviamente, è lo stato Ue che ha la questione più a cuore visto che da lì arriva la maggior parte del merluzzo. Gli Stati europei non voglio negoziare un accordo che sia economicamente dannoso mentre i britannici temono un eccessivo controllo dell’Ue sulle acque e su tutto ciò che il tema comporta.

L’incontro di oggi forse non sarà risolutivo anche se visti i tempi stretti si dovrebbe giungere a termine di un accordo. L’Ue da parte sua teme non solo per l’economia dei pescatori ma anche sulla “governance” generale delle acque avendo timore che i vicini inglesi possano poi godere di un’eccessiva libertà senza regola a danno dell’ambiente marino e dell’economia.

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