Roma, smantellata rete spaccio cocaina: a capo donna di 70 anni

L’organizzazione operava a Roma Ovest e il litorale laziale: linguaggio criptato per telefono. Coinvolte anche altre donne

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Auto Guardia di FInanza (foto pagina Facebook)

La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Roma ha eseguito un’ordinanza nei confronti di quindici persone accusate di traffico e spaccio di stupefacenti. Sei sono finite in carcere, due ai domiciliari e sette hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria

La zona dove maggiormente operava l’organizzazione era a Ovest di Roma e sul litorale laziale. Le indagini sono state condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dal Gico (Gruppo Investigazione della Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

A capo dell’organizzazione criminale Bianca Zarfati, 70enne. I fornitori erano invece Marcello Guazzi, di 58 anni, e Marco Corona di 68. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che i tre lamentavano che ormai solo loro “lavoravano” con serietà come un tempo quando contava “la parola data”.

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Roma, smantellata rete spaccio, “spaghetti” per indicare la cocaina

La Zarfati “zia bianca”, non è l’unica donna coinvolta. La donna era agli arresti domiciliari e così dalla sua casa a Fiumicino poteva gestire l’organizzazione, la fornitura della droga e i proventi dell’attività illecita. Fernanda Succi è una delle donne che riceveva le disposizioni così come sua figlia Valentina Mercadante e Cesira Succi.

La gestione del traffico avveniva principalmente con incontri di persona ma non mancavano le telefonate nelle quali si usava un linguaggio criptato. Si riferiva sempre al cibo e così la droga erano “gli spaghetti alle vongole” o le “lasagne”. I sette che hanno ora l’obbligo di presentarsi dalla polizia erano gli acquirenti. Da ulteriori approfondimenti è emerso che percepivano il reddito di cittadinanza, direttamente o indirettamente in quando appartenenti al nucleo familiare di un beneficiario.

Sono stati arrestati anche Walter Jesus Nunez Moren e Junior Gabino Huaman Lopez, freferenti di un’organizzazione peruviana che dovevano rifornire “zia bianca” dopo l’arresto di un corriere, operazione che aveva causato danni economici a tutta la rete.

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