Restituiti al centro archeologico di Pompei alcuni reperti. I ladri li riconsegnano con una lettera anonima, direttamente dal Canada.
Bizzarro episodio al centro archeologico di Pompei, dove è stato reperito un pacco ricco di reperti archeologici. Un arrivo a sorpresa, direttamente dal Canada, con il pacco comprendente tantissimi reperti rubati dal centro, all’interno anche una lettera che recita: “Portano sfortuna, riprendeteveli“.
Un’agenzia di viaggio ha recapitato il pacco sulla sua scrivania. Dopo un primo momento di stupore, il titolare ha consegnato i reperti agli agenti dei carabinieri al posto fisso dei carabinieri. Secondo i testimoni, il pacco comprendeva due lettere, ovviamente entrambe scritte in lingua inglese ed anonime. La confessione del mittente, dall’altra parte dell’oceano, ha lasciato tutti a bocca aperta.
L’uomo raccontava chiaramente di aver rubato gli ogetti durante una visita al parco. Tra i reperti rubati c’erano: due tessere di mosaico, un pezzo di ceramica e due pezzi di anfora. Secondo la testimonianza dell’uomo, gli ogetti erano stati presi nel parco nel lontano 2005, ma il furto non ha fatto altro che portare eventi negativi nella vita dell’uomo. Proprio per questo motivo, il ladro canadese ha deciso di rispedire al parco archeologico tutta la refurtiva.
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Pompei, ruba dei reperti e li restituisce dopo 15 anni: “Volevo un pezzo di storia”
Ma la lettera spedita direttamente dal Canada era ricca di dettagli. Infatti il ragazzo raccontava di essere molto giovane e di voler portare con sè un pezzo di storia che nessuno poteva avere. Subito dopo il furto, però è arrivato il pentimento con il canadese che ha raccontato di aver ricevuto tanta energia negativa.
Nella lettera, infatti, si legge: “Persone sono morte in un modo così orribile e io ho preso tasselli legati a quella terra di distruzione. E’ da allora che la sfortuna ha giocato con me e la mia famiglia“. Nella letter il mittente ha rivelato la sua età (36 anni), affermando che da quel furto ha avuto due volte il cancro e poi ha concluso: “Voglio solo scrollarmi di dosso la maledizione ricaduta su di me e la mia famiglia. Per piacere accettate questi reperti così da fare la cosa giusta per l’errore che ho fatto. Mi dispiace tanto, un giorno tornerò nel vostro bellissimo paese per scusarmi di persona“.
La seconda lettera invece era molto analoga, con un marito e la moglie che hanno raccontato il furto durante una visita al museo archeologico ed al Vesuvio. Infatti la coppia ha concluso scusandosi con coloro che hanno sofferto durante l’eruzione, augurando alle loro anime di riposare in pace.
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L.P.
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