Mandela amava il cinema, suo grande conforto nei 27 anni di prigionia, e il cinema ama Mandela: Idris Elba è il volto e l’imponente presenza del leader in “Mandela long walk to freedom“, biopic di Justin Chadwick presentato dal produttore esecutivo Harvey Weinstein a “Capri, Hollywood”. Con Elba c’e’ anche la Bond-girl Naomi Harris, premiati entrambi come “attori dell’anno”.
Lei, la Eve Moneypenny di Skyfall è Winnie Mandela “che ho visto piangere dopo aver visionato il nostro lavoro: nessuno fin ora mi aveva rappresentato come davvero sono, mi ha detto” ricorda l’attrice.
Tratto dall autobiografia del leader morto 95enne il giorno della prima di Londra, il film è “l’unico autorizzato dalla fondazione Mandela, che dalla lista di attori proposti ha scelto il mio nome” racconta orgoglioso Elba, ricordando che nel passato si parlò anche di Danzel Washington, ma ammettendo di aver avuto paura “di un personaggio che può essere la fine della tua carriera“. Pur dal letto della malattia, dice, Mandela seguiva tutto la lavorazione, “la sera dopo la morte sono andato dalla figlia, abbiamo esposto i nostri dubbi, lei ci ha risposto che suo padre avrebbe voluto che il film uscisse, che non era solo un film sulla sua storia. E’ stato prodotto dal suo migliore amico,un indiano, con troupe sudafricana, nessuno potrà certo mai parlare di strumentalizzazione“.
A festeggiare l’anteprima italiana del film (che non ha ancora una data d’uscita nel nostro Paese) anche la voce della israeliana Noa e percussioni senegalesi. Weinstein ha ricordato l’incontro con Mandela: “Quando con Robert De Niro lo invitammo al Tribeca lui ci stupì perché conosceva tutti gli attori, disse che ogni giovedì in carcere vedevano un film e questo era stato un grande aiuto per sognare e capire il mondo“. Un mondo che lui ha cambiato, come racconta un film-testamento che potrebbe essere tra le sorprese degli Oscar.
(FONTE: Ansa – Focus di Francesca De Lucia)