Difficile farsi notare quando si è in tanti, troppi, a fare lo stesso “mestiere”. Se però i “The Panicles” sono riusciti a salire sul palco di Mejano il 24 luglio per aprire il concerto dei Deep Purple un buon motivo c’è, e lo hanno dimostrato a fortunati che quel giorno erano lì.
Dopo aver incantato quella platea dai gusti “raffinati” con i brani del loro primo ep “L’alba è l’ora migliore per tornare” si sono fatti conoscere in radio per la suggestiva “Senza Fretta” e la potente “Ave Maria”, ed il pubblico ha gradito ancora una volta. Ma questo non basta per consacrare il proprio nome nel panorama musicale.
Oggi i The Panicles continuano la loro ascesa a suon di concerti ed appuntamenti in giro per il Belpaese, noi li abbiamo ascoltati in attesa di vederli dal vivo in “quel di Napoli”…
Dai piccoli club al grande palcoscenico per aprire il concerto dei Deep Purple. Come è stata questa esperienza e quanto vi è servita?
“Questa esperienza è stata magica. E come ogni esperienza di questo tipo, non capisci praticamente un cacchio mentre la fai, perchè si mescolano tensione, emozione e felicità, sensazioni molto forti, tutte assieme in un unico cocktail! Il prima ed il dopo diventano un tutt’uno, e resti in balia del fare in automatico quello che sai fare, giostrandoti tra il poco tempo, i problemi tecnici, gli imprevisti classici della non-esperienza regolare di palchi così grossi, ed un pubblico così numeroso (che potrebbe in effetti non gradire affatto la tua performance da emergente) ed ovviamente affezionato ad una band così mastodontica e storica, per la storia del rock. Noi siamo stati immensamente fortunati ad avere quest’occasione, è stato un grandissimo onore, e la cosa più incredibile è stata proprio la reazione del pubblico: per noi c’è stato un calore che non ci aspettavamo, c’erano sostegno ed applausi sinceri, ci sono stati poi immediatamente complimenti in privato ed in pubblico da tantissime persone che non conoscevamo, e siamo persino stati menzionati dal forum italiano dei fan dei Deep Purple!”
Avete dichiarato di esservi ispirati a gruppi come U2, Pearl jam, Radiohead, Muse, Coldplay, Foo Fighters… ma ci sono degli artisti italiani che vi hanno particolarmente segnato nel vostro “cammino”?
“Diciamo più che altro che abbiamo degli artisti che ci piacciono più di altri (Battisti, PFM, Subsonica, ad esempio), ma da essi non ci sentiamo particolarmente influenzati”
Cosa si prova ad essere emergenti e sentire il proprio brano su una delle radio più ascoltate d’Italia insieme ai grandi della musica? Punto di arrivo o una “buona partenza”?
“SUPER PARTENZA INASPETTATA!!! Ci auguriamo di poter continuare così, e magari di ottenere piano piano sempre maggiori consensi!”
Parliamo del vostro primo Ep, “L’alba è l’ora migliore per tornare”…
“L’etichetta ne ha sempre parlato come di una effettiva prima “presentazione” della nostra band… che a dire la verità ha avuto una “gestazione” piuttosto lunga, anche se in realtà quello che c’è dentro è stato registrato di impulso, senza troppi pensieri, insieme a molto altro materiale rimasto fuori dalla selezione di questi sei brani. Per noi questo Ep è stato frutto di molto lavoro, e per fortuna raccoglie sicuramente certi brani che ritenemmo fossero i migliori sino al momento delle registrazioni, divise tra Inghilterra ed Italia. Ci auguriamo di poter presto proseguire il racconto con un disco vero e proprio, più ricco e corposo: il nostro sogno è suonare il più possibile la nostra musica nei locali, nei club e nei festival, magari anche all’estero (come già alcune volte abbiamo avuto occasione di poter fare in passato), mirando ad essere apprezzati sempre di più da pubblici eterogenei“
E’ più facile oggi emergere con il web oppure la “concorrenza” è aumentata rendendo più difficile farsi notare nel “mucchio”?
“Come è risaputo, il web è un’arma a doppio taglio. Il “mucchio” si è notevolmente ingigantito e le nuove proposte sono migliaia, da tutto il mondo. Noi “una volta” non c’eravamo, apparteniamo a quest’epoca, per cui accettiamo le nuove regole e ne traiamo il meglio che ne possiamo trarre sfruttando canali divenuti importantissimi come Facebook, Youtube e Twitter per promuoversi quotidianamente, mettendosi sempre in gioco in prima persona!”
C’è una canzone che avreste voluto scrivere o una cover che non vi stancherete mai di suonare nei vostri concerti?
“Mmmh…. ce ne sono un paio che amiamo suonare durante i nostri concerti… Helter Skelter dei Beatles, Under my thumb degli Stones: apparteniamo a quel popolo “di mezzo” che adora entrambe le superband!”
Cosa riserverà il 2014 per i “The Panicles”?
“Ora siamo in sala prove a mettere giù nuove idee e sistemarne di vecchie che erano rimaste in sospeso. Ogni tanto dal nostro fedele registratorino che usiamo a prove saltano fuori delle cose che avevamo (ingiustamente) dimenticato! Il tutto nell’ottica/speranza di poter rilasciare un nuovo singolo o addirittura disco! Per ottenere questo oltre al nostro impegno c’è bisogno che le congiunzioni astrali, o meglio le idee dei discografici vari operatori del settore, collimino in nostro favore, in un modo o nell’altro. Per ingannare l’attesa continuiamo a esibirci dalle nostre parti. Per fine Febbraio abbiamo in cantiere un succulento mini tour Lombardo-Piemontese-Valdostano! speriamo di fare capolino presto al Sud!