Napoli, autobus fermi: “Manca il carburante”

Per emergenza gasolio il servizio è ridotto sull’intera rete e sospeso nelle zone Flegrea, Chiaia e Vomero“: questo il post comparso stamattina sulla pagina Facebook dell’Azienda Napoletana Mobilità (Anm) che spiega l’assenza degli autobus sulle strade. Una situazione già anticipata ieri sempre sul social network e che ha messo in difficoltà migliaia di utenti: mezzi in deposito e gran parte dei passeggeri a piedi a causa della mancanza del carburante.

La società non è in grado di garantire l’acquisto del gasolio, così sono pochi gli autobus che questa mattina sono usciti per effettuare le normali corse: molti di questi inoltre, comunica la stessa Anm, stanno facendo rientro nei depositi perché a corto di carburante.

Una situazione che, come ovvio, ha generato il caos in città. La rabbia degli utenti si è riversata sulla bacheca Facebook dell’Azienda Napoletana Mobilità: “Ma che fine fanno i soldi degli abbonamenti? Perché non tagliate i premi ai dirigenti prima di tagliare il carburante?” si chiede Luca Lista, mentre Stefano Renza la butta sull’ironia scrivendo “Io dovrei avere dei buoni carburante da qualche parte se vi possono servire”.

Ma da ridere c’è davvero poco guardando come è ridotto il settore trasporti in Regione: una situazione destinata soltanto a peggiorare come spiega l’Anm con un comunicato sul proprio sito. “Gentili clienti, sono ovviamente molti i reclami che ci giungono. Diciamo ovviamente perché sappiamo che il servizio di trasporto offerto attualmente è insufficiente per garantire la mobilità a Napoli. I reclami, quindi, sono giustificati e comprensibili, tuttavia noi non siamo la controparte – si legge sulla nota -, non siamo contenti di crearvi disagio e non ci piace fare la figura degli incapaci perché non lo siamo”.

Poi l’azienda spiega come tra “tagli governativi e regionali” dei “600 autobus che circolavano fino a pochi anni fa (2009) oggi ne circolano meno di 350”.  “È come se, a casa vostra, – si giustifica l’Anm – qualcuno tagliasse del 40% gli stipendi che entrano ogni mese. È ovvio che non è più possibile fare le cose che si facevano prima. Allo stesso modo noi siamo impossibilitati a fare ciò che facevamo prima, ovvero assicurare più mezzi, manutenerli etc. Non è questione di volontà o capacità, è questione di possibilità”.

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