San Paolo, non solo terreno di gioco: senza fondi c’è il rischio chiusura

La sabbia del San Paolo fa il giro di Europa: le pessime condizioni del terreno di gioco di Napoli hanno allarmato la Lega Serie A e preoccupano anche l’Uefa in vista dell’esordio degli azzurri in Europa League. Si terrà oggi un summit di esperti per capire come far ritornare il campo del San Paolo all’altezza di una partita di serie A:  il mando erboso purtroppo non è l’unico problema che affligge l’impianto di Fuorigrotta.

Come riportato dall’edizione odierna del ‘Mattino’, la struttura che ha ospitato le gesta di Maradona e poi la risalita dagli inferi della società di De Laurentiis rischia la chiusura: occorre realizzare alcuni lavori entro dicembre, ma c’è la necessità di reperire i fondi. Il Comune vanta un credito nei confronti della società azzurra di circa un milione e trecento mila euro e sono quelli che Palazzo San Giacomo vorrebbe utilizzare per pagare i lavori necessari a mantenere aperto l’impianto.

Entro Natale occorre dotare di bagni una delle due curve del San Paolo, ottenere il certificato antincendio e quello di stabilità e l’assessore allo Sport, Pina Tommasielli, è stata chiara: “L’amministrazione non ha i soldi per mettere a posto il San Paolo e, anche se li avesse, non ha intenzione di cacciarli visto che ci sono altre priorità. I soldi che il Napoli deve al Comune saranno interamente utilizzati per lo stadio: senza il pagamento delle spettanze il San Paolo rischia la chiusura”.

Per scongiurare il peggio, domenica si è svolto un incontro tra i tecnici di Palazzo San Giacomo e quelli della società azzurra, alla fine del quale le parti hanno firmato un verbale in cui il Napoli riconosce un debito pari a un milione e 325 mila euro: soldi che ora De Laurentiis dovrà versare quanto prima nelle casse comunale per evitare che la situazione San Paolo finisca nelle sabbie mobili dell’inagibilità, dopo aver mostrato domenica sera al mondo intero un campo da beach soccer.

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