Napoli, detenuto in attesa di giudizio si impicca in caserma

Ha utilizzato la sua maglietta per impiccarsi: è morto così per auto-soffocamento Michele Pavone, 29enne, detenuto in attesa di essere giudicato con rito direttissimo. L’episodio è avvenuto nella caserma dei carabinieri di Sant’Anastasia, comune nel vesuviano: l’uomo era rinchiuso in camera di sicurezza da ieri pomeriggio, dopo essere stato arrestato per evasione dai domiciliari.

Il 29enne, secondo quanto riferito dai militari, aveva trascorso una notte tranquilla e non aveva avuto comportamenti che potessero far pensare all’imminente tragedia: l’uomo è stato ritrovato dagli stessi agenti presenti in caserma durante uno dei controlli. A constatare il decesso è stato il medico legale, giunto sul luogo insieme al pubblico ministero della Procura di Nola.

Il suicidio di Michele Pavone, anche se non avvenuto in una casa circondariale, riporta di attualità il tema delle morti in carcere: nei primi sette mesi del 2012 si sono già verificati 24 suicidi dietro le sbarre. L’ultimo è accaduto a Teramo dove lo scorso 30 giugno una detenuta, Tereke Lema Alefech, etiope di 55 anni,  si è tolta la vita impiccandosi con le lenzuola presenti nella sua cella; soltanto un giorno prima un altro detenuto, Mauro Pagliaro, 44 anni, si era tolto la vita nello stesso carcere, utilizzando anche lui le lenzuola. E sono soltanto gli ultimi episodi di una situazione non più tollerabile: un altro tentativo di suicidio è andato in scena oggi ad Ancona dove il tempestivo intervento degli agenti della casa circondariale di Montacuto hanno salvato la vita a un detenuto nordafricano di 36 anni che aveva provato a uccidersi con tagli alla gola e alle braccia.

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