Gestione rifiuti: il dopo Vardè è un futuro incerto

Verrebbe quasi da dire ci risiamo. Ecco che un altro commissario, di quelli con i superpoteri, molla e va via. In questi diciotto anni di emergenza rifiuti, ufficialmente conclusa nel gennaio 2011 con apposito decreto legge, una sfilza di persone ha ricoperto la bollentissima poltrona senza mai porre le basi per una effettiva risoluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dalla fermezza di De Gennaro alla presunzione di Bertolaso, al quale tutto il litorale cumano ancora oggi dice grazie per aver avvelenato il mare con il percolato scaricato direttamente tramite le condotte del depuratore di Cuma. Esperti, tecnici e perfino maghi, ma nessuno in grado di risolvere, tutti bravi invece a medicare temporaneamente. L’ultimo della serie è arrivato un anno fa e, fresco di nomina come commissario presso il Comune di Isernia (Totò avrebbe detto commissari si nasce) lascia l’incarico, rammaricandosi di non essere riuscito a mettere a punto il suo piano di individuazione e realizzazione di nuove discariche, anche a causa delle diffidenze e soprattutto delle resistenze incontrate sul territorio. Esemplare sotto questo aspetto la lotta del comitato Castagnaro che con il suo fermento e la sua voglia di rivalsa contro un’istituzione cieca e sorda nei confronti delle proposte alternative, è riuscita a risvegliare gli animi di tanti altri movimenti storici di Napoli e della sua Provincia, che sono riusciti lo scorso sedici Giugno a Roma a mettere intorno allo stesso tavolo la maggior parte dei movimenti di lotta ambientalista attivi in tutto il territorio nazionale che si battono contro le speculazioni di potere a discapito della salute dei cittadini.

Si gioisce a Quarto perché le dimissioni di Vardè rappresentano il blocco totale del progetto, l’unico attuativo, di realizzazione della discarica nel polmone verde della piana Quartese. Si è brindato in occasione della notizia delle sue dimissioni, ma adesso ci si domanda cosa mai potrà accadere e quale futuro ci potrà essere non solo per Cava Castagnaro, ma anche per gli altri siti della Provincia di Napoli individuati dal piano di Vardè.

Commissario che parte, commissario che arriva. Come si muoveranno adesso Provincia e Regione non è dato sapersi. Il fantomatico ultimatum della metà di Giugno, quando sarebbero dovute scattare le sanzioni amministrative da parte della Comunità Europea, è passato e tutto ancora tace. Sta di fatto che il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, non sembra intenzionato a nessun passo indietro, che permetta una modifica, o quanto meno una rivisitazione del piano Regionale, secondo il quale discariche ed inceneritori, sono alla base di ogni programmazione di gestione dei rifiuti solidi urbani. La “normalità emergenziale” degli ultimi anni lascia immaginare che sicuramente la patata bollente sarà affidata a qualcun altro, ma non si escludono sorprese. La speranza ultima è quella dello stralcio del Piano Regionale e la sua sostituzione con un altro piano che preveda finalmente la parola alternativa, inserita nel suo interno, per poter definitivamente riprogettare ex novo l’intero ciclo dei rifiuti in chiave ecologista, ma al momento tutto tace, nulla si muove e si continua a tamponare il problema, che a detta di molti si riproporrà come al solito nel pieno dell’estate, quando normalmente la gente è distratta da altro e risulta più facile mettere in atto i progetti affaristici che da anni vanno avanti.

Non resta dunque che aspettare la prossima mossa, come nelle più estenuanti partite a scacchi, in cui ogni scelta deve essere studiata alla perfezione, per evitare spiacevoli ripercussioni, che prendono la forma delle proteste popolari figlie di una consapevolezza maturata nel corso degli anni e che sta portando la gente a capire l’importanza che la difesa della propria salute e del proprio territorio passa innanzitutto da una nuova concezione della gestione dei rifiuti.

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