Nel mercato di Boscotrecase è di scena la Resistenza No Tav

Un giro nel mercato per rivivere le esperienze della lotta No Tav in Val di Susa. Ieri nel mercato di Boscotrecase è andata in scena una mostra alquanto singolare, se non unica nel suo genere. Passeggiare per i banchi del mercato e trovare, tra formaggi, pesce, ortaggi e quant’altro, le fotografie di una stagione di vita della comunità No Tav, da venti anni in lotta contro il folle progetto del treno ad alta velocità più inutile d’Italia. Le foto in mostra sono della fotografa romana Iskra Coronelli, l’allestimento invece, è ad opera dei ragazzi del Collettivo Area Vesuviana, da anni in lotta contro le discariche che hanno devastato un territorio magnifico come quello del parco nazionale del Vesuvio.

Continuità di lotta. Una continuità che si esprime anche attraverso le fotografie della giovane fotografa romana, autrice di un reportage meraviglioso, che ha deciso di non pubblicare in internet, ma di portare direttamente in giro per l’Italia, per poter essere a contatto diretto con la gente e spiegare lei stessa quello che si vive in Val Susa e soprattutto cosa si prova a condividere la propria esperienza di vita con il popolo valsusino. Un modo per unificare le comunità resistenti di tutta Italia, portando come esempio quella della comunità per eccellenza, quella dei No Tav, unita da venti anni di lotta comune. Una valle stupenda, in cui vivono persone che fraternizzano tra loro, sono solidali e si danno reciproca assistenza nei momenti di difficoltà e che sanno accogliere a braccia aperte tutti coloro che da decine di anni salgono fin sui monti per portare il proprio appoggio, aiutare, vivere con loro o semplicemente per vedere la Valle. Gli sguardi, i volti, i luoghi, i momenti di tensione rivivono attraverso scatti suggestivi, dai quali traspare una grande capacità di narrare quello che significa essere parte della comunità No Tav, vista con gli occhi di chi arriva da fuori, ma nonostante tutto è accolto e protetto dalla grande madre che prende il nome di Val Susa. Luogo simbolo di una resistenza lunghissima, nella quale la coesione sociale annulla le differenze di ceto e di condizioni di vita. La rabbia e l’orgoglio, ma soprattutto il senso di appartenenza che ti porta a difendere la terra, la tua terra, in ogni luogo e con ogni mezzo possibile, sono alla base di questo interessante viaggio fotografico.

Partita da Roma il 21 Aprile scorso da un vagone notte nella fabbrica RSI occupata da lavoratori che protestavano per la chiusura dell’impianto, la mostra ha girato un po’ per l’Italia, toccando tra l’altro Catania, Bologna, Torino ed Albano Laziale. Realtà in cui ci sono (o ci sono state) comunità unite nel combattere un problema, come quella dell’Aquila, dove la mostra itinerante arriverà alla fine di Giugno, passando ovviamente anche per la Valle. Un tour lungo, quello di Iskra e delle sue foto, doveroso omaggio a quella gente che lassù sui monti, sta diventando esempio di resistenza ed unità per una nazione intera, in cui troppo spesso le persone sono asservite alla rincorsa del loro interesse personale, invece di unirsi per la difesa del bene comune.

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