San Gregorio Armeno fra camorra, crolli e Steve Jobs

Uno dei fiori all’occhiello dell’artigianato partenopeo è da sempre l’arte presepiale di San Gregorio Armeno, un piccolo “villaggio” dove la tradizione dei secoli rimane immutata a dispetto dell’economia cinese che tutto sopraffa. Ora però un altro problema aleggia nelle via dei presepi: la camorra. A quanto pare sarebbe appena partita l’indagine della polizia municipale volta a far luce sulle denunce ricevute dai parte dei commercianti negli ultimi tempi, che lamentano richieste di pizzo e la sostituzione dei bancarellari autorizzati con persone appartenenti alla camorra.

Le richieste di pizzo non sono però una novità neanche a San Gregorio Armeno: infatti la prima richiesta di danaro, almeno quella nota alle autorità, arrivò nel 2009, quando alcuni esponenti della camorra chiesero agli artigiani delle botteghe di pagare il classico obolo per il sostegno alle famiglie dei detenuti.

Di certo però l’ipotesi più grave, sulla quale stanno indagando i vigili, è quella della presenza di esponenti malavitosi infiltratisi al posto dei commercianti abituali ed autorizzati, per sottrarre profitti a danno dei bottegai e dei bancarellari che denunciano: «Così distruggono il nostro futuro».

Ma i problemi non sono terminati. Pochissime ore fa, infatti, è crollato un vecchio muro di cinta di un edificio abbandonato che per fortuna non avrebbe causato danni a cose o persone. I commercianti della zona hanno spiegato che quel palazzo è in stato di incuria da anni e che, nonostante fosse puntellato, ogni tanto dava segni di cedimento con alcuni piccoli crolli. La soluzione ideale sarebbe stata abbattere la struttura pericolante già decenni fa, onde evitare situazioni come quella accaduta quest’oggi, considerando anche il fatto che, ogni anno durante il periodo natalizio, si affollano le bancarelle degli artigiani proprio in corrispondenza del muro di cinta.

Nel frattempo però anche i maestri artigiani hanno voluto rendere omaggio a Steve Jobs, il papà della Apple, con due diverse statuine realizzate una da Genni di Virgilio, che raffigura il guru tecnologico con in mano un iPad, e l’altra realizzata da Marco Ferrigno, che ha fra le mani un notebook su cui campeggia il logo dell’inconfondibile mela morsicata.

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