Falsi d’autore venduti on line, denunciati gli indagati

Sgominata a Napoli la banda di contraffattori di opere d’arte, che vendeva falsi d’autore sul web spacciandoli per tele autentiche. L’indagine, cominciata lo scorso giugno, ha condotto al sequestro di 62 opere perfettamente contraffatte, realizzate da anonimi, ma che attraverso vari canali web venivano smerciate a utenti ignari come originali. I dipinti venivano attribuiti, generalmente, ad importanti artisti dell’800 napoletano ed a famosi pittori del 900, ma in realtà si trattava di falsi realizzati “in casa” utilizzando speciali apparecchiature che mimavano abilmente anche la firma degli artisti originali.

Pratella, Guttuso, Lautrec, Irolli, Asturi: queste sono solo alcune delle firme celebri che i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, in collaborazione con i colleghi di Giugliano e Napoli – Centro e del Nucleo Radiomobile partenopeo, hanno ritrovato apposte sulle tele sequestrate nelle case di 5 venditori illegali, tutti Napoletani, che sono stati rintracciati grazie al monitoraggio continuo di alcuni siti web di aste on line.

Il meccanismo era molto semplice: si sceglievano canali di vendita diversi dai classici circuiti commerciali più accreditati per la compravendita delle opere d’arte e si lanciava l’esca proponendo in asta prestigiosi dipinti attribuiti ad altrettanto prestigiosi artisti dell’800 e del 900: un richiamo al quale è impossibile resistere, soprattutto per chi ha brama di avere nella propria collezione pezzi importanti anche perseguendo vie illegali.

L’operazione condotta dalle forze dell’ordine evidenzia ancora una volta “le insidie che si celano dietro il mercato on line delle opere d’arte, in progressiva espansione, spesso alimentato da venditori inaffidabili che beneficiano dell’anonimato offerto dal web ma anche di una domanda crescente da parte di acquirenti inesperti e privi delle necessarie competenze tecniche”, così come si legge dal rapporto stilato dai responsabili dell’operazione.

La merce sequestrata è stata stimata per un valore complessivo di 350mila euro, mentre 4 persone sono state denunciate dall’autorità giudiziaria.

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