Marinella a Londra, il lusso Made in Naples diventa British

Apre a Londra la nuova boutique di Marinella, fiore all’occhiello della moda e dell’eccellenza Made in Naples. Una storia aziendale che parte da lontano, che si concentra su di un forte, fortissimo legame con la tradizione napoletana e con l’indiscussa volontà di essere leader della moda al collo dei signori chic di tutto il mondo. Marinella, lo storico marchio partenopeo di cravatte, apre così il suo quarto negozio all’estero, questa volta nel quartiere dello shopping si lusso di Myfair, più precisamente al numero 54 di Maddox Street. «Rappresento una realtà familiare e artigianale profondamente legata a Napoli — spiega Maurizio Marinella — e non voglio che questa caratteristica vada perduta. Ho selezionato attentamente le città in cui essere presente. E Londra, così cosmopolita, rappresenta un’ulteriore sfida che sono certo rafforzerà il marchio e l’immagine del Made in Naples». La nuova boutique, curata sempre dall’interior designer Paolo Colucci, riprende quello che è diventato nel tempo un po’ il marchio di riconoscimento dei negozi Marinella, con un allestimento ispirato al periodo neoclassico napoletano, per meglio raffigurarsi ad un salotto borghese, piuttosto che ad un “esercizio” meramente commerciale.

Dopo il primo annuncio dato il 30 marzo da Maurizio Marinella a Londra (e seguito da una imbarazzante cena con gente-che-conta incentrata solo sui rifiuti disseminati a Napoli), con l’apertura di questa nuova boutique, salgono a quattro i negozi fuori da Napoli: Milano, Tokyo e Lugano, escludendo però i corner parigini presso l’Hotel George V e al Bon Marché Rive Gauche, oltre a quello nel department store Bergdorf Goodman a New York.

Piccolo appunto: Marinella, durante un’intervista rilasciata qualche tempo fa in merito all’imbarazzante cena londinese con tema monnezza, dichiarò: «Mio nonno, quando avevo otto anni, mi disse che era importante che io restassi a Napoli perché questa città, con Parigi e Vienna, sarebbe stata una delle tre grandi capitali europee. Oggi è difficile crederci. E anche io che sono un napoletano “tosto”, caro nonno, comincio a non farcela proprio più».
E speriamo che questa nuova apertura londinese sia un piccolo sprono affinchè Napoli non sia più soltanto sinonimo gemellare della tremenda monnezza, ma che lo sia sempre più di ricercatezza e di stile, di città di cultura e dignità.

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