Spaccio a domicilio: undici arresti nella “Napoli bene”

I carabinieri della Compagnia di Napoli-Bagnoli coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno arrestato undici persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Gli arrestati procuravano e consegnavano a domicilio dosi di droghe varie, soprattutto cocaina, a professionisti ed imprenditori della “Napoli bene“.

Le indagini hanno evidenziato come l’ organizzazione, attiva nei Quartieri Spagnoli, riuscisse, sulla base di ordini telefonici di stupefacenti da parte di professionisti e imprenditori, a provvedere alla consegna immediata delle dosi anche a domicilio, nei quartieri di Posillipo, Chiaia e nell’isola di Capri.
Gli investigatori sono riusciti ad invididuare i canali di approvvigionamento, e, una volta tracciati i rapporti tra vertici del gruppo, spacciatori ed esponenti dei clan camorristici come i Mazzarella e i Di Biase, hanno fatto scattare il blitz. Grazie alle indagini è stato possibile delineare il ruolo degli spacciatori che fungeva da fulcro tra la i fornitori dello stupefacente ed i consumatori, soprattutto personaggi di spicco della cosiddetta Napoli bene.

L’ inchiesta che è riuscita a portare alla luce del sole un giro di droga consumata soprattutto da volti noti della Napoli bene, tra loro c’era anche un ginecologo napoletano che ordinava telefonicamente lo stupefacente. La dose arrivava  dopo pochissimi minuti alla clinica dove lavorava, e le intercettazioni dimostrano che lo skipper faceva anche due o tre “consegne” al giorno.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP Luisa Toscano su richiesta del PM Michele Del Prete sono undici, ma solo dieci sono state eseguite, mentre una persona fuggiva alla cattura, altri tre indagati sono attualmente a piede libero. Il medico intercettato attualmente  non è indagato poichè la quantità di droga ritrovata nella clinica è stato dimostrato essere esclusivamente per uso personale. Secondo indiscrezioni il professionista  sotto l’effetto dello stupefacente eseguiva anche interventi chirurgici delicati come il parto cesareo.

Le intercettazioni hanno evidenziato come gli spacciatori soprannominassero le dosi durante le conversazioni, definendole semplicemente “bottiglie di vino”, “profumi” o “borse”. La persona sfuggita all’ arresto è uno “skipper” di Capri che consegnava la droga soprattutto all’ interno di un noto ristorante dell’ isola, mentre due noti imprenditori di Posillipo, marito e moglie,  per i quali il GIP ha respinto la richiesta di arresto, avrebbero soltanto finanziato l’acquisto di una partita di stupefacenti.

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