Napoli, manifesti tossici

Il misticismo e la religione tornano a collegarsi con gli ambienti dello spaccio di droga. Da anni ormai ci si imbatte continuamente in scritte sui muri a sfondo religioso del tipo: “Dio c’è“, “Gesù è la vita“, o ancora “solo Gesù ti salva“. Messaggi in codice usati da tempo dalle organizzazioni criminali, come canale di comunicazione tra pusher e clienti o tra componenti dello stesso giro malavitoso per indicare spesso la presenza di una piazza di spaccio nelle vicinanze. Un sistema gia da tempo noto, soprattutto al sud, perchè di frequente usato dalla ‘Ndrangheta calabrese e poi adottato successivamente dai componenti della Camorra, che spesso si sono trovati a collaborare tra loro. Una collaborazione che si ripete dunque, come dimostra l’ennesimo “furto” di idee criminali. Ancora una volta infatti, la Camorra “ruba” un’ “invenzione” proprio dell’organizzazione criminale calabrese, i manifesti funebri “tossici”!

Si tratta di una nuova idea escogitata dai clan per lo spaccio di sostanze stupefacenti, l’ultima frontiera dello spaccio napoletano. Le locandine funebri diventano nascondigli di sostanze illegali pronte ad essere ritirate staccando l’angolo del foglio sul quale la colla non ha avuto presa.

Il trucco è stato scoperto dai Carabinieri indagando sull’attività di alcune piazze di spaccio dei quartieri della periferia est di Napoli, San Giovanni a Teduccio, Poggioreale e Ponticelli. Molto spesso non era nemmeno necessario trovare un’agenzia funebre che fosse disposta a collaborare con i clan, in quanto queste, se non erano già in mano loro, erano già collegate ad essi, ed il gioco diveniva facile facile.

Non è la prima volta che la fantasia dei pusher campani si sbizzarrisce in questo modo, basti pensare al sistema escogitato a Scampia e scoperto dai Carabinieri, con il quale i pusher con l’ausilio di un telecomando azionavano una carrucola, facendo scendere nell’atrio principale dell’edificio un cestello con le dosi desiderate.

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