Emergenza barelle: Cardarelli al collasso

Il Presidio Ospedaliero Cardarelli, tra pochi giorni, sfiorerà il picco piu’ alto dell’epidemia influenzale mentre vive  un momento di totale emergenza con centoquarantasette  barelle impiegate nei reparti. Il direttore generale Rocco Granata e il direttore di presidio Franco Paradiso, parlano di picco storico. I due dirigenti, sono attualmente  impegnati nella ricerca di una dignitosa collocazione per tutti i pazienti.

La richiesta di ricovero presso altre strutture di una parte degli ammalati in barella, non ha ricevuto  risposta.Il Cardarelli intanto continua a ricevere ingressi di ammalati bisognosi di cure.Medici e dirigenti continuano a gestire una situazione critica che peggiorerà nei prossimi giorni,quando arriveranno molte persone affette da sindrome influenzale.

La richiesta di aiuto parte anche dal sindacato dei medici ospedalieri, che, sottolineano ancora una volta, l’assenza di pronto soccorso ai policlinici e ospedali come il Monaldi. L’attuale emergenza  non tocca solo il Cardarelli ma è crisi in tutto il tutto il territorio campano con la medicina di base e la specialistica in gravi difficoltà. Il sindacato parla dei cinque poli nevralgici: Cardarelli, San Paolo, Loreto mare, Vecchio Pellegrini e San Giovanni Bosco, che andrebbero rafforzati con l’introduzione di nuovo personale medico e infermieristico.

Parla Franco Verde, responsabile dell’Anaao il sindacato dei medici ospedalieri: “L’emergenza di quest’inverno è la più grave in assoluto vissuta dagli ospedali cittadini e la  condizione attuale  è ovviamente legata al piano di rientro, moltissimi pazienti ricorrono all’ospedale perchè non possono permettersi le spese sanitarie”.

il commissario dell’A.S.L. Maria Grazia Falciatore  spiega: “Stiamo lavorando in sinergia tra Aziende ospedaliere e l’Azienda Sanitaria, sperando si riesca a decongestionare l’emergenza  barelle che afflige l’ospedale Cardarelli”. “Al momento, spiega la Falciatori, non si recluterà  personale esterno, ma cercherò ugualmente di sensibilizzare gli altri dirigenti sulla possibilità di un flusso migratorio di personale verso il nostro presidio”.

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