Felice Sciosciammocca, il fratello meno famoso di pulcinella


Vi presento in quest’articolo una maschera tipica del carnevale partenopeo ma non molto conosciuta: Felice Sciosciammocca.

Sciosciammocca in dialetto significa “stare con la bocca aperta, soffiare in bocca”, pertanto metaforicamente indica una persona credulona.
Ad inventare questo tipo scenico fu Eduardo Scarpetta (1853-1925) che dichiarava “Io so’ Sciosciammocca”.
In realtà Felice è una mezza maschera o meglio un “carattere” come si usa dire nel gergo teatrale.
Verso la fine dell’Ottocento infatti il teatro napoletano subì una trasformazione; esso non era più un “teatro di maschera” ma un “teatro di carattere” o di “personaggio scenico fisso” ed è proprio qui che questo carattere farà il suo ingresso.

Antonio Petito scrisse per il nuovo personaggio/maschera varie farse, tra le quali si ricorda ad esempio: “Felice Sciosciammocca creduto guaglione ‘e n’anno”. Indossa un cilindro in testa, un abito a quadretti, il papillon, il bastone da passeggio, le scarpe lucide e usa un linguaggio imborghesito da “cocco di mammà”.
Sciosciammocca affiancherà la celebre maschera di Pulcinella nelle varie disavventure che li vedranno protagonisti, pertanto egli sarà visto dalla critica teatrale come l’antagonista di Pulcinella.

Tra le due maschere però ci sono notevolissime differenze; basti pensare che ognuna vive ed agisce in un proprio e determinato contesto storico–sociale. Pulcinella è portavoce del popolino napoletano; Sciosciammocca è il rappresentante della classe media-borghese di Napoli; per cui hanno una personalità e una gestualità totalmente differente.

Pulcinella, figlio della Commedia dell’Arte, ha una gestualità forte, immensa, egocentrica, invece il personaggio Sciosciammocca ha un temperamento più moderato, una gestualità più controllata.
Persino Antonio De Curtis, il grande Totò, era interessato a questo personaggio e lo volle sul grande schermo; infatti il personaggio napoletano è protagonista nei film: Un turco napoletano (1953); Miseria e nobiltà (1954) e Il medico dei pazzi (1954).

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