Maurizio Cattelan denunciato, scandalo nel mondo dell’arte: il motivo

Il mondo dell’arte è sotto shock per via di una denuncia sporta nei confronti dell’artista veneto per furto di proprietà intellettuale.

Un’opera d’arte appartiene a chi partorisce l’idea o a chi la realizza materialmente? Intorno a questa domanda ruota l’ultimo caso che ha colpito il mondo degli artisti.

Una nuova accusa vede l’artista veneto Maurizio Cattelan colpevole di essere appropriato di alcune opere da parte di un altro artista, con cui collaborava notoriamente.

Maurizio Cattelan
Maurizio Cattelan con la “Nona ora” (screenshot)

A puntare il dito è l’artista francese Daniel Druet, che ha chiesto un risarcimento di 4,7 milioni di euro. Il 13 maggio sono stati ascoltati, in tribunale, alcuni testimoni, per cercare di capire quale sia la verità, mentre ad inizio giugno si avrà la sentenza.

Scandalo nel mondo dell’arte: furto d’arte da parte di Cattelan?

Him
“Him” (screenshot)

Secondo la versione di Daniel Druet, il suo lavoro sarebbe stato fondamentale per la realizzazione di alcune delle sculture più famose che vengono attribuite a Maurizio Cattelan.

Si contano ben nove opere, tra cui: “La Nona Ora” (1999), ossia Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite e “Him”, raffigurante Hitler nel corpo di un bambino (2001).  Quest’ultima statua è stata battuta all’asta per ben 17 milioni di euro. Intorno a questi lavori ruotano cifre importanti.

Druet afferma di aver svolto un lavoro più complesso, rispetto alla semplice realizzazione materiale di statue di cera. Nel processo, non è importante solo la lavorazione meccanica, ma pure l’immagine che si deve rendere alla fine e che richiede  innumerevoli sforzi.

Lo stesso Druet spiega che, quando si crea una statua raffigurante un personaggio storico o realmente esistente, lo spettatore deve essere in grado di affermare di aver incontrato davvero quella persona grazie alla sola visione della statua.

Questo lavoro non sarebbe stato possibile basandosi solo sulle informazioni di Cattelan. Molto spesso, le indicazioni si sarebbero limitate a dei fax non più lunghi di 10 righe o a qualche parola da parte degli assistenti, che non parlavano il francese.

Da quanto traspare da questa versione, il ruolo dello scultore francese sarebbe stato preponderante nella creazione di opere famose in tutto il mondo.

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