Michele Bravi, duro attacco a Pio e Amedeo: le parole

Michele Bravi dal palco del 1 maggio si scaglia contro il duo comico pugliese per il monologo tenuto venerdì sera

Michele Bravi
Michele Bravi, screen Rai

Fa ancora discutere il monologo che il duo comico pugliese Pio e Amedeo ha tenuto nell’ultima puntata di Felicissima sera, il programma andato in onda venerdì. E dalla bufera che ha trovato terreno fertile sul web non poteva restare fuori il concertone del 1 maggio.

Non solo Fedez ma anche Michele Bravi è protagonista di una polemica dal palco. “Le parole sono importanti tanto quanto le intenzioni” ha detto, per poi aggiungere di aver impiegato “anni a trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo”.

Pio e Amedeo venerdì avevano fatto un discorso contro il politicamente corretto sostenendo che il problema non sono le parole e che “la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello”. Insomma, non contano le parole, come vengono dette le cose ma il contesto e le intenzioni.

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Michele Bravi, anche lui a favore della legge Zan

Michele Bravi
Michele Bravi (foto Facebook)

Esattamente al contrato Michele Bravi, sostiene invece l’importanza della parole, soprattutto per un artista. Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale, è stato tra i primi a intervenire contro il monologo di Pio e Amedeo.

Nella tempesta delle polemiche chi si è scagliato contro il duo ha voluto evidenziare una scarsa sensibilità e una conoscenza scarsa del problema. Secondo i due l’uso di parole come neg** e froc** dipendono dal contesto. “Se vi chiamano ricchioni – avevano detto – voi ridetegli in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello: è l’intenzione”.

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Anche Bravi si è schierato a favore della Legge Zan che continua a far discutere, sentendo l’esigenza di una normativa che difenda dalle discriminazioni omofobe.

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