Napoli, l’ex ministro Spadafora: “Io sindaco? Sfida avvincente”

Napoli, l’ex ministro Spadafora non esclude che candidarsi a sindaco della città partenopea. E sulla piattaforma Rousseau: “Va rivista”

Napoli, l’ex ministro Spadafora non esclude che candidarsi a sindaco della città partenopea. E sulla piattafoma Rousseau: "Va rivista"
Vincenzo Napoli (Getty Images)

Vincenzo Spadafora nel secondo governo guidato da Giuseppe Conte ha ricoperto la carica di ministro dello Sport. Questa mattina è intervenuto ad Omnibus, su La7, e non ha escluso che possa essere candidato a sindaco di Napoli, la città “dove sono nato e cresciuto” ha detto in diretta. Classe 1974, la famiglia è originaria della provincia, di Afragola.

Ha dichiarato che fin quando era ministro non pensava a questa possibilità ma ora che non ha incarichi di governo non può escludere di candidarsi alla corsa per la fascia tricolore: “È una sfida avvincente, vediamo“. Ancora sconosciute “le regole in base alle quali si deciderà” ma lo stesso ex ministro crede che la decisione verrà prima presa a livello nazionale.

Le elezioni comunali saranno comunque un laboratorio per testare le alleanze di governo che ora vede sì il Movimento 5 Stella in una maggioranza più larga dopo la caduta del governo Conte ma ciò che va valutato è il legame con il Partito Democratico.

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Vincenzo Spadafora: “Sono pochi gli iscritti a Rousseau”

Getty Images

Un’alleanza che resterà nell’ambito nel centrosinistra soprattutto se ci sarà ancora questa legge elettorale e Conte alla guida del movimento perché la collocazione certamente è più in linea con i principi dell’ex premier. Spadafora nel corso della trasmissione ha infatti affrontato vari temi che riguardano il Movimento. Ha detto che Conte leader dei 5 Stelle “non deve essere solo un’operazione di comunicazione”.

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Ha parlato anche della piattaforma Rousseau con la quale gli iscritti, la base del Movimento, si esprimono per le decisioni da adottare com’è successo per dare la fiducia al governo Draghi. “Rousseau va rivisto“, ha detto Spadafora, perché gli iscritti sono pochi e non può essere “l’unica forma di consultazione e partecipazione”.

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