Genova, anziana lascia in eredità beni a diversi enti

Una storia molto curiosa, quella accaduta a Genova. Un’anziana signora, scomparsa qualche mese fa, avrebbe lasciato un ricco lascito a diversi enti benefici e non.

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Una 96enne ha fatto un ultimo regalo alla città di Genova (Foto di Paolo Trabattoni da Pixabay)

Genova in molti non conoscevano la signora Marisa Cavanna. Professoressa di lettere, aveva persino preparato il suo necrologio da pubblicare. Un breve ma intenso ringraziamento, rivolto agli affetti di sempre, ai medici e ai suoi ec allievi.

Una signora molto riservata, che in pensione aveva preferito non partecipare alla vita privata. Molto religiosa, come sottolinea l’ANSA, si era ritirata a vita privata senza avere né un marito né figli, vivendo in quel modo anche a causa dell’avanzare dell’età.

Genova, il patrimonio della ricca 96enne

Quello che però in pochi sapevano è che la signora avesse un patrimonio da capogiro. Tra beni immobile e mobili, la cifra totale delle ricchezze arriva ai 40 milioni di euro. Non conoscendo le sostanze della Cavanna, si ritiene che esse provengano da lasciti di famiglia.

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E la stessa ha redatto un testamento con il quale dare istruzioni su come disporre dei beni. In assenza però di parenti e congiunti, la signora ha ben deciso di essere altruista, restituendo alla collettività quanto da lei posseduto ed ereditato.

Il testamento parla chiaro

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Il ricavato a favore di enti che operano a Genova (Foto di CandyGuru da Pixabay)

Guardando gli incartamenti si capisce come le disposizioni siano cristalline. Ben 25 milioni sono destinati ad istituzioni, associazioni ed onlus. Cinque di questi destinati all’Ospedale Galliera, che potrebbe benificiare di altri soldi derivanti dalla messa all’asta di un’immobile di lusso.

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Tanti altri poi gli enti beneficiari. Nella lunga lista un altro ospedale, il Gaslini. Poi ci sono le tante onlus, tra le quali “Save the Children”, “Medici senza Frontiere”, “Fondazione Don Gnocchi” ed “Amnesty International”. Una notizia che farà contenti i rappresentanti delle stesse associazioni, che non vedono l’ora di utilizzare le somme nel modo migliore: prestando assistenza ai bisognosi e agli ultimi.

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