Coronavirus, il parere degli esperti sul lockdown

Con l’aumentare dei casi di Coronavirus e la variante inglese, aumentano le ipotesi su di un nuovo possibile lockdown che dividono gli esperti.

Coronavirus Lockdown
Coronavirus Lockdown (Getty Images)

La variante inglese del Coronavirus circola ormai stabilmente in Italia. Il ceppo scoperto per la prima volta a tra KentLondra divide gli scenziati che si trovano di fronte ad un’impennata dei contagi che impone delle decisioni più severe.

La situazione viene monitorata costantemente e provoca già delle spaccature tra gli esperti. Alcuni chiedono infatti un ritorno al lockdown,mentre altri ritengono sia più consono continuare le vaccinazioni diminuendo la pressione sugli ospedali.

Coronavirus, i favorevoli al lockdown

Sul fronte dei favorevoli a misure drastiche c’è Walter Ricciardi. Il consigliere del Ministro Roberto Speranza usa parole molto dure: “Bisogna limitare la circolazione del virus al di sotto di 50 casi ogni 100.000 abitanti. Non importa se deve durare 2 settimane o quattro, ciò che conta è tenere la diffusione sotto controllo” ha detto ad un’intervista al Messaggero.

Di uguale visione il professore Andrea Crisanti: “La percentuale di positivi per variante inglese è destinata ad aumentare. Dobbiamo attuare un lockdown duro, per evitare degli effetti devastanti come avvenuto in Portogallo ed Inghilterra. Nessuna zona arancione, va chiuso tutto e monitorata scrupolosamente la situazione”.

I contrari al lockdown spingono sulla campagna vaccinale

Lockdown
Non tutti sono favorevoli al lockdown(Getty Images)

Ma vi sono anche opinioni contrarie. Una di queste proviene dal noto virologo Roberto Burioni che si affida al suo profilo Twitter per esprimere tutt’altro parere: “E’ noto che i lockdown servano a prendere tempo. La scorsa primavera abbiamo costruito i reparti di rianimazione, ora utilizziamolo per spingere sulla campagna vaccinale. Muoviamoci”.

Dello stesso avviso anche Francesco Vaia, dello “Spallanzani” di Roma: “Dobbiamo applicare con più severità le misure che già abbiamo. Non utilizziamo le varianti come ‘clava politica’. La scienza deve essere libera dai vari condizionamenti economici e politici”

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