Covid, Galli preoccupato: “Non conosciamo durata immunità”

Covid, il professor Massimo Galli intervistato da iNews 24: “La seconda ondata non è finita. Medici no vax cambino mestiere”

Galli vaccino
L’opinione del primario di Malattie Infettice al Sacco di Milano (Getty Images)

“Nessuna previsione sul trend dei contagi, ma sono preoccupato”. Massimo Galli, direttore del Reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano risponde così ai colleghi di iNews 24 nell’intervista concessa oggi.

Analizzando i dati di ieri dice che alle porte non c’è una terza ondata ma che è ancora in corso la seconda. Il professore punta il dico contro gli allentamenti delle misure previste nel periodo delle festività natalizie: “Nelle settimane successive a quei giorni abbiamo avuto un aumento sia dei ricoveri che delle terapie intensive”.

Per quanto riguarda la campagna vaccina ormai avviata (sono state somministrate il 54% delle dosi disponibili), Galli si augura che possa andare sempre meglio soprattutto in termini di “capacità di somministrazione“.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Nuovo Dpcm, attesa riunione tra regioni: le misure al vaglio

Covid, Galli: “Oggi farà seconda iniezione. Medici scettici? Cambino mestiere”

La somministrazione del vaccino, infatti, deve essere estesa e capillare per cercare di raggiungere l’immunità di gregge in prima possibile. La letteratura sul tema della durata dell’immunità delle persone vaccinate, spiega Galli, è ancora all’inizio, pertanto non si può dire per quanto tempo si è immuni.

Sono invece conosciuti i tempi di creazione degli anticorpi dopo le iniezioni: “dopo qualche giorno dal secondo richiamo” mentre le infezioni diminuiscono al 14esimo giorno dalla prima somministrazione.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Animali domestici, nel 2021 previste più detrazioni fiscali

Proprio oggi il professor Galli farà la seconda somministrazione del vaccino e alla domanda sulla riapertura delle scuole dice che non è ancora il momento di riaprirle totalmente perché bisogna ancora vaccinare il personale “ed estendere il più possibile le attività di diagnostica”. Infine non usa mezzi termini per gli operatori sanitari che sono scettici sul vaccino, invitandoli a cambiare mestiere.

I commenti sono chiusi.

Impostazioni privacy