Zaki, lettera alla famiglia dal carcere: “Sto male, spero di tornare”

Patrick Zaki invia dal carcere una lettera alla sua famiglia: preoccupa il peggioramento delle sue condizioni, fisiche e mentali.

Zaki
Patrick Zaki

L’ultima udienza per il rilascio di Patrick Zaki ha avuto esito negativo. Un nuovo rifiuto da parte delle autorità egiziane di rilasciare lo studente detenuto illegalmente in carcere, dopo essere stato rapito all’aeroporto internazionale di Cairo al suo arrivo da Bologna. Nella città italiana viveva e studiava per un master all’università. In carcere da febbraio con l’accusa di propaganda sovversiva, ha subito torture di ogni tipo nel corso dei mesi. Pochi giorni fa un tribunale ha deciso per ulteriori 45 giorni di carcere. Una notizia che ha portato la famiglia del giovane a chiedere al nostro Paese il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto.

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La lettera di Zaki alla famiglia

Zaki
Patrick Zaki

Patrick ha scritto una nuova lettera alla sua famiglia, consegnata oggi durante un incontro insieme ad un’altra scritta a novembre. A pubblicarne il testo e la foto è la pagina FacebookPatrick Libero“, che dal primo momento si batte per la sua liberazione. Ecco quanto scritto in apertura: “Oggi la famiglia di Patrick ha ricevuto due lettere da lui durante una visita: una scritta e datata il 22 novembre e l’altra il 12 dicembre. Nonostante il nostro sollievo di aver sentito alcune sue notizie, siamo molto preoccupati per la sua salute fisica e mentale che evidentemente sta peggiorando con il tempo. Dal contenuto delle lettere, è chiaro che lo stato mentale di Patrick non sta bene, ed è estremamente deluso, stressato e soffre di insonnia. Inoltre, i suoi dolori alla schiena sono molto preoccupanti poiché sembrano peggiorare. Chiediamo l’immediato rilascio di Patrick prima che la sua salute fisica e mentale si deteriori più di quanto non sia già”.

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La lettera di Zaki del 12 dicembre: “Spero che stiate tutti bene. Voglio controllare la salute della mia famiglia e di tutti i miei amici in Egitto. Certo, le recenti decisioni sono deludenti e come al solito, senza alcun motivo comprensibile. Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di un forte antidolorifico ed erbe per dormire meglio. Il mio stato mentale non va molto bene dall’ultima seduta. Continuo a pensare all’università e all’anno che ho perso senza che nessuno ne capisca il motivo. Voglio inviare il mio affetto a tutti i miei compagni di classe e amici a Bologna. Mi mancano molto la mia casa, le strade e l’università. Speravo di trascorrere le vacanze con la mia famiglia ma questo non accadrà per la seconda volta a causa della mia detenzione”.

La lettera di novembre

Il 22 novembre aveva scritto dalla prigione di Tora: “Ieri ero in udienza, ma niente è nuovo ed è lo stesso discorso ripetuto. Ovviamente il mio tempo qui è stato troppo lungo e diventa ogni giorno più pesante, ma ci sto provando. Ho perso la possibilità di sostenere gli esami per il secondo semestre consecutivo. Onestamente, questo è uno dei principali problemi di cui sono costantemente preoccupato. Spero di poter tornare alla mia università, ai miei compagni di classe e a casa il prima possibile”.

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La famiglia e gli amici di Patrick esprimono ancora una volta grave preoccupazione per la salute mentale e fisica di Patrick. È stato richiesto il suo immediato rilascio per l’assenza di legittime giustificazioni per la sua detenzione cautelare e per l’impatto sempre più negativo della prigionia su di lui.

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