Acerra, operazione “Attila”: cinque arresti per usura ed estorsione

Acerra, tre persone in carcere e due ai domiciliari. Le indagini partite dall’omicidio del Vincenzo Mariniello

Acerra
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Cinque persone questa mattina sono state arrestate perché accusate a vario titolo di associazione a delinquere, usura, estorsione e detenzione illegale di armi da fuoco, il tutto aggravato dalla modalità mafiosa. Tre sono finite in carcere e due ai domiciliari.

È questo il risultato dell’operazione “Attila” dei carabinieri di Castello di Cisterna che hanno dato esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

L’indagine è partita dopo la sparatoria del 19 febbraio 2019 quando ad Acerra fu ucciso Vincenzo Mariniello, ritenuto il capo dell’omonimo clan cittadino operante negli affari illegali anche nei territori limitrofi. Ancora oggi i responsabili dell’omicidio sono ignoti.

Dall’indagine è emerso che lo stesso Vincenzo Mariniello usufruì di un prestito da parte di una persona a lui molto vicina che ha creato poi frizioni all’interno del clan. Il presunto usuraio che avrebbe dato i soldi a Mariniello è tra gli arrestati di oggi.

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Acerra, nell’indagine coinvolto anche il suocero di Mariniello

L’operazione “Attila” ha svelato anche che il sodalizio criminale applicava un tasso usuraio al prestito che variava dall’8% fino al 120% mensile. Non è escluso che Mariniello fu ucciso proprio per questo prestito. Nell’operazione convolto anche il suocero perché in possesso di due pistole.

Circa un mese e mezzo fa i carabinieri di Castello di Cisterna arrestarono gli assassini di un altro importante omicidio di camorra: i responsabili dell’uccisione del boss Tortora avvenuto a maggio sempre ad Acerra. Alessio Galdiaro di Qualiano e Angelo di Palma di Marano

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