Dpcm di Natale, quali sono le ipotesi sul tavolo

Dpcm di Natale, il governo sta lavorando al nuovo provvedimento in arrivo ai primi di dicembre: nodo spostamenti e cenoni in famiglia

Speranza Regioni
Il ministro della Salute, Roberto Speranza (Getty Images)

Il governo guidato da Giuseppe Conte continua a lavorare per il prossimo Dpcm di dicembre. Tutti si chiedono cosa si potrà fare e cosa sarà vietato nel mese delle festività natalizie dove compere ai negozi, visite ai parenti, pranzi e cene con molti componenti della famiglia sono le caratteristiche.

Si vuole tentare di dare ossigeno all’economia consentendo le riaperture dei negozi e dare anche più libertà ai cittadini di vedersi, soprattutto in famiglia. Restano però tanti nodi in particolare quello dello spostamento tra diverse regioni.

Non è escluso che le restrizioni ora in corso saranno prolungate fino a metà dicembre, magari con qualche modifica. Dopo, in vista delle imminenti festività, potrebbero esserci minori restrizioni, ma comunque ci saranno. Conte ha già ribadito che sarà un Natale più sobrio e l’ha ripetuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza. “Dovremo ridurre al minimo contatti, relazioni e spostamenti non necessari”, ha detto.

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Dpcm di Natale, vietate le vacanze sciistiche

Ovviamente le decisioni saranno prese in base ai numeri. C’è l’ipotesi che tutte (o quasi) le regioni diventeranno zona gialla così da consentire gli spostamenti, ma c’è anche quella che le rosse possano diventare arancioni dove ci saranno regole più rigide di adesso.

Il Comitato Tecnico Scientifico ha comunque raccomandato di prevedere sanzioni più rigide. Insomma, aperture sì, ma ricordando che chi sbaglia paga. Maggiore libertà ma sempre nei limiti. Ci sono anche le raccomandazioni degli incontri in famiglia, difficili da controllare, quasi impossibile, ma grandi fonti di contagio. Il consiglio è quello di tenere comunque le mascherine e rispettare le distanze.

Al momento di certo c’è il divieto delle vacanze in località sciistiche. Provvedimento che dovrebbe coinvolgere tutti i paesi europei in quei giorni. Gli errori delle eccessive aperture estive non devono essere ripetuti perché una terza ondata a gennaio, periodo più freddo, avrebbe conseguenze ancora più gravi.

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