Covid, quali regioni rischiano la Zona Rossa: nuova riunione

A causa dell’avanzare del Covid-19, nuove regioni rischiano di essere incluse nella Zona Rossa: andiamo a scoprire quali sono.

Covid Zona Rossa
L’attuale divisione dell’Italia in Zone (via Governo)

E’ pronto a cambiare il semaforo delle regioni italiane, con alcune pronte a passare in Zona Rossa a causa del peggiormento della situazione Covid-19. Infatti le restrizione imposte venerdì scorso non sembrano bastare, così il Governo è pronto a valutare i nuovi dati giunti dai territori e a decidere eventuali spostamenti in una fascia a rischio più alto.

Al momento però sembrerebbe escluso che alcune zone Rosse possano passare ad arancioni. Infatti per abbassare le restrizioni servono almeno due settimane di monitoraggio. Quindi quasi certamente rimarranno in fascia rossa, ossia la fascia con le restrizioni più severe, Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta. Al loro seguito si aggiunge l’Alto Adige che si è auto-proclamato Zona Rossa.

Mentre invece restano in fascia arancione Puglia e Sicilia. Mentre il resto del paese è collocato in Zona Gialla e tra di loro troviamo Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia di Trento, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto. Su alcune di questi penderà il giudizio degli esperti, con diverse regioni a rischio Zona Arancione, se non Rossa.

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Covid Zona Rossa
Le misure di sicurezza per le tre aree (via Governo)

Negli ultimi giorni abbiamo visto un escalation di casi. La rapida crescita non ha fatto altro che mettere in difficoltà il sistema sanitario. Tra le regioni che rischiano di fare il grande salto da Zona Gialla a Zona Rossa troviamo in primis la Campania. Infatti anche nella giornata di ieri, la regione campana ha fatto registrare un incremento di oltre 4.600 casi. Già nel primo provvedimento, la Campania fu graziata con il tasso Rt di 1,49, ad un millimetro dalla Zona Arancione.

Tra le regioni che hanno fatto registrare una crescita notevole troviamo anche il Veneto, la Toscana, l’Emilia con aumenti notevoli. In queste regioni, però, la situazione è bilanciata dalla disponibilità dei posti letto. Un esempio è il Veneto, che ha un tasso di occupazione del 19%, ben lontano dal 30% del Governo, soglia in cui bisogna preoccuparsi. Al momento però regna grande incertezza sulle nuove misure anche a causa dell’affidabilità dei casi. La nuova riunione, infatti, deciderà i nuovi provvedimenti per le regioni sopracitate.

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L.P.

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