Torna “Filumena Marturano”: Gloriana e Nello Mascia al teatro “Troisi”

Dopo lo strepitoso successo di critica e di pubblico ottenuto al Teatro San Ferdinando ritorna in scena al Teatro Troisi di Napoli per soli 3 giorni, dal 22 al 24 gennaio, “Filumena Marturano” con Gloriana convincente protagonista. Al suo fianco nel doppio ruolo di regista e di protagonista maschile nel ruolo di Domenico Soriano, c’è Nello Mascia. Oltre ad un gruppo di ottimi attori e attrici tra cui spiccano i nomi di Cloris Brosca e Giancarlo Cosentino. E con la chicca delle musiche di James Senese. Uno spettacolo che torna dunque per tre speciali repliche a grande richiesta nella sala di Fuorigrotta.

LA COMMEDIA. È uno dei lavori di Eduardo più conosciuti e apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionale. Scritta originariamente da De Filippo per la sorella Titina, che rese una grande interpretazione del personaggio femminile di Filumena. Eduardo scrisse Filumena in pochi giorni, in un impeto creativo folgorante, che lo teneva sveglio anche di notte. L’opera è costruita all’interno di un quadro socio-culturale molto ben definito. La contrapposizione di due mondi: la Napoli dei “bassi” trasudanti miseria e dignità e la città “bene”, spensierata e inconsapevole che sfrutta ed umilia lo stuolo dei concittadini poveri. Due culture che non hanno possibilità di incontrarsi. Commedia sociale, la definì a giusta ragione Eduardo, ma anche commedia di sentimenti. L’istinto materno è infatti la sola molla che fa ribellare Filumena dopo anni di silenziosa sottomissione, inducendola all’inganno che è la sola via per assicurare un cognome ai tre figli generati di nascosto da tutti.

NOTE DI REGIA. 1946. Un anno fondamentale della Storia d’Italia. Proprio in quell’anno l’Assemblea Costituente dibatteva il tema del diritto-dovere di riconoscimento dei figli illegittimi. Eduardo scrisse Filumena in pochi giorni. In un impeto creativo folgorante, che lo teneva sveglio anche di notte. L’opera è costruita all’interno di un quadro socio-culturale molto ben definito. La contrapposizione fra due mondi. La Napoli dei “bassi”, trasudanti miseria e dignità. E la città “bene”, spensierata e inconsapevole che sfrutta ed umilia lo stuolo dei concittadini poveri. Due culture che non hanno possibilità di incontrarsi. Commedia sociale, la definì a giusta ragione Eduardo. Ma anche commedia di sentimenti. L’istinto materno è infatti la sola molla che fa ribellare Filumena dopo anni di silenziosa sottomissione, inducendola all’inganno che è la sola via per assicurare un nome ai tre figli illegittimi generati di nascosto da tutti. Nel teatro eduardiano Filumena è l’unica protagonista femminile. Ed è lei la vessillifera di valori che i maschi sembrano aver dimenticato. Il coraggio, la dignità, il desiderio di riscatto. Medea al rovescio, non sacrifica i suoi figli, ma lotta per assicurare loro stabilità, rispetto un posto non subalterno nella società. Commedia rivoluzionaria. Filumena non può niente se usa i mezzi della cultura borghese. La legge non è mai stata dalla parte della povera gente. Ma potrà avere tutto usando la forza dei sentimenti. Farà leva sul tema della paternità e solo in quel punto Domenico Soriano cederà. Filumena ha ottenuto quello che desiderava. Ora, finalmente, potrà piangere.

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