Campania terra di morte

Ieri in giornata è stata emanata l’ultima conferma a quello che qui in provincia di Napoli e Caserta già si sapeva da tempo. Il Ministero della Salute ha fornito l’elenco dei comuni campani a rischio ambientale. 28  solo in provincia di Napoli, ma il numero sale a 47 se si includono anche quelli in provincia di Caserta.

L’elenco della morte. Più che di un elenco a scopo ricognitivo, si tratta di una vera e propria lista della morte, frutto di anni di analisi e ricerche condotte dal Ministero della Salute. I dati sono allarmanti, le ripercussioni devastanti e tutte sulle popolazioni che vivono in quei luoghi. 28 comuni in cui l’inquinamento esiste, è reale ed in stretta connessione con la presenza di discariche, siti di stoccaggio, siti di trattamento e soprattutto discariche illegali e siti in cui i rifiuti tossici vengono dati alle fiamme. Dalla presenza di queste bombe ecologiche, alla morte il passo è davvero breve. Lo Stato continua a dire che manca la prova certa per sancire una volta e per tutte che in questi luoghi si muore a causa dei rifiuti eppure è lo stesso Stato a registrare numerose anomalie tra la popolazione. Nei siti presenti nell’elenco, che siano in provincia di Napoli o di Casera, si registrano aumenti dei tassi tumorali e lo sviluppo di altre malattie, superiori alla media nazionale.

SIN. La sigla sta per “Siti di interessa nazionale per le bonifiche”. In Campania sono due, veri e propri comprensori ed in essi vivono quasi due milioni di persone. Il primo è il litorale vesuviano, densamente abitato in cui è l’amianto il principale killer. Il secondo è l’Agro Aversano. Un territorio sconfinato a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, la terra dei fuochi e della morte. Qui malattie respiratorie, epatiche, tumori, malformazioni, segnano un preoccupante aumento percentuale che fa accapponare la pelle. Per anni i comitati cittadini hanno denunciato con i dati forniti da esperti medici,  che hanno dedicato parte della loro attività alla ricerca delle cause di questi allarmanti aumenti di mortalità. Adesso arriva la conferma ufficiale da parte del Ministero della Salute, come ciliegina su una torta amara da mangiare. Una situazione che l’Europa conosce da tempo, perché la protesta dei cittadini non si è mai limitata alla dura e cruda “opposizione in strada”, ma negli anni è arrivata fino a Bruxelles. Numerose le visite dei commissari europei, tantissime le sanzioni, ma nel concreto nulla è stato fatto e di notte i fuochi continuano a bruciare nella terra della morte. Cuore, fegato, polmone reni, non c’è parte del corpo umano che qui non risenta dell’inquinamento che viene dalla terra, dall’acqua, dall’aria, che è presente in quello che mangiamo. Ogni giorno ci si ammala ed ogni giorno si muore.

Acerra, Brusciano, Bacoli, Caivano, Camposano, Casamarciano, Castello di Cisterna, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Giugliano, Mariglianella, Marigliano, Melito, Monte di Procida, Nola, Pomgliano d’Arco, Pozzuoli, Qualiano, Quarto, Roccarainola, San Paolo Bel Sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Villaricca, Visciano. Questi i comuni nella sola provincia di Napoli, ai quali si devono tristemente aggiungere quelli in provincia di Caserta: Arienzo, Aversa, Cancello ed Arnone, Capodrise, Capua, Carinaro, Carinola, Casagiove, Casal di Principe, Casaluce, Casamarciano, Casapesenna, Casapulla, Caserta, Castelvolturno, Cellole, Cervino, Cesa, Curti, Falciano del Massico, Francolise, Frignano, Grazzianise, Gricignano di Aversa, Lusciano, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Mondragone, Orta di Atella, Parete, Portico di Caserta, Recale, San Cipriano d’Aversa, San Felice a Cancello, San Marcellino, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, San Prisco, San Tammaro, Santa Maria a Vico, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, Sant’Arpino, Sessa Aurunca, Succivo, Teverola, Trentola- Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno.

Benvenuti in Campania terra di storia, di miti e di morte.

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