Pompei, Bray annuncia: presto riaperte dieci Domus

<< Dobbiamo tutti dimostrare che il Progetto Pompei è un progetto con cui vinceremo questa sfida rispetto agli impegni che abbiamo preso con l’Europa >>, queste le parole del ministro Bray al termine della visita agli scavi di Pompei avvenuta lo scorso martedì 23 luglio in compagnia di Carlo Trigilia, ministro per la Coesione Territoriale. Nel corso del sopralluogo al sito i funzionari della Soprintendenza hanno aggiornato i due ministri sull’avanzamento dei lavori, in particolar modo nei cantieri finanziati dal Grande Progetto Pompei finiti nel mirino dell’Unesco a causa dell’eccessivo ritardo nell’emissione dei bandi di gara.

Dopo aver ascoltato il parere dei tecnici e studiato con attenzione il cronoprogramma degli interventi da effettuare, Bray si è detto ottimista sul futuro del sito archeologico, annunciando l’imminente apertura di dieci domus attualmente chiuse al pubblico, tra le seguenti: Casa del Principe di Napoli, dei Casti Amanti, dei Quattro Stili, del Citarista, del Frutteto, del Giardino di Ercole, del Labirinto, del Meleagro, del Poeta Tragico, dell’Ara Massima, dell’Orso ferito, della Nave Europa, di Apollo, dei Quadretti Teatrali, di Cecilio Giocondo, di Giulio Polibio, di Obellio Firmo, di Olconio Rufo, di Orfeo. A queste si andrà ad aggiungere la riapertura di alcuni degli edifici che da sempre rappresentano un simbolo della città antica tra i quali la Caserma dei Gladiatori, il Tempio di Iside e le Terme Suburbane.

A chi si è giustamente chiesto dove avrebbe reclutato personale a sufficienza per realizzare un progetto di tale portata, il ministro dei Beni Culturali e del Turismo ha risposto durante il summit con la Commissione Cultura del Senato avvenuto a seguito del sopralluogo negli scavi. Il personale dovrà essere incrementato tramite nuove assunzioni, ma nel frattempo i custodi degli scavi si dicono disposti a rinunciare al giorno di riposo settimanale per un compenso di 45 euro al netto pro-capite, come spiega Antonio Sepe, segretario Cisl, il sindacato più rappresentativo degli scavi.

Di fronte ai numerosi episodi di crolli e dissesti che interessano la città di Pompei ormai da anni le istituzioni si dicono pronte a fare sistema, per unire le varie competenze impegnate su questo progetto e dimostrare così all’Unione Europea la volontà e l’impegno necessari per preservare uno dei siti più importanti del patrimonio culturale italiano. L’obiettivo è ora riuscire a utilizzare entro l’anno almeno 50 milioni di euro dei 100 previsti per l’intero progetto, da impiegare per la messa in sicurezza delle strutture ad alto rischio, ma anche per il restauro e la valorizzazione, intervenendo sui casi di maggiore criticità fino ad arrivare al completo utilizzo dei fondi entro il 2015 come previsto.

Nei prossimi giorni sarà convocato dalla Soprintendenza un tavolo di concertazione con i sindacati per definire un nuovo programma che consenta la riapertura a stretto giro di quante più domus agibili sulle 51 attualmente chiuse, obiettivo reso più concreto grazie all’incremento del 10 per cento degli introiti degli ultimi mesi dovuto all’apertura straordinaria dell’area archeologica il lunedì, solitamente giornata di chiusura al pubblico.

E intanto si dice più che soddisfatto Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale per l’Unesco, che così si esprime in seguito all’audizione con Bray e Trigilia: << La presenza di due ministri e della Commissione parlamentare, per quanto mi riguarda, mi ha dato la certezza che il livello di attenzione e di monitoraggio è al massimo; l’Unesco questo aveva bisogno di sapere e questo oggi registra >>. 

A sentire queste parole Pompei non sarebbe più a rischio di espulsione dalla lista dell’Unesco, ma ci vorrà davvero un grosso impegno su questo fronte da parte del Governo per risollevare la situazione e garantire un futuro all’antica città romana, permettendo finalmente ai visitatori di fruire al meglio dei nostri beni artistici e paesaggistici. La sfida è dura, ma resta la speranza di riuscire a sanare le ferite inferte sinora al patrimonio italiano da una cattiva gestione e riportare alla luce un tesoro dal valore inestimabile.

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