Il Pocho fermato alla dogana: in valigia un reperto antico

Ha di certo visto tempi migliori l’ex attaccante del Napoli, ora militante del Paris Saint Germain, iscritto pochi giorni fa nel registro degli indagati dalla Procura del capoluogo campano con l’accusa di ricettazione: l’evento risale al maggio scorso, quando Lavezzi si apprestava a trasferirsi in Francia ed abbandonare dopo cinque anni la maglia azzurra.

Il calciatore si trovava all’aeroporto di Capodichino, dove un jet privato lo attendeva per l’imbarco, pronto a traslocare nella capitale francese con una gran quantità di bagagli, non prima di essersi congedato dalla gran folla di tifosi che lo attendeva per un caloroso saluto. Appena giunto all’area di controllo della Dogana, però, un funzionario particolarmente scrupoloso chiese che gli venisse mostrato il contenuto di alcuni scatoloni perfettamente imballati. E a quel punto la scoperta del tutto inaspettata: uno degli involucri conteneva un antico reperto archeologico di grande valore.

L’opera d’arte fu immediatamente sequestrata dai doganieri, dopo aver sottoposto il Pocho ad un breve interrogatorio per capire quale fosse la provenienza del prezioso reperto e per quale motivo si trovasse tra i colli da imbarcare. Tuttavia, alle domande dei funzionari Lavezzi rispose sostenendo di non sapere affatto da dove venisse e di averlo ricevuto in regalo da un conoscente di Posillipo.

Il caso è stato riaperto nei giorni scorsi con nuove indagini condotte dalla sezione Criminalità comune della Procura, per comprendere se questo episodio abbia un qualche legame con il commercio illecito di opere d’arte, uno dei reati più diffusi in Campania negli ultimi anni. L’Ufficio delle Dogane di Napoli ha, infatti, richiesto una perizia tecnica alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei.

L’ esame svolto dai funzionari archeologi ha permesso di identificare il reperto con un’antefissa in terracotta relativa alla decorazione di un tetto, la cui datazione oscilla tra il I secolo avanti Cristo ed il I dopo Cristo. Purtroppo non è stato possibile stabilirne con certezza la provenienza, mentre dagli elenchi in possesso della Soprintendenza non risulta che opere del genere siano state trafugate da Pompei.

Negli ultimi anni, purtroppo, sono aumentati sempre più i casi di furto di opere d’arte in Italia, basti pensare che solo nel 2012 ne sono stati accertati ben 1.026, con 1.245 persone indagate 48 arrestate, e ancora 17.338 oggetti trafugati e ben 93.253 reperti paleontologici e archeologici recuperati, per un totale di oltre 267 milioni di euro di valore dei beni culturali sequestrati. Questo è quanto emerge da Ecomafia 2013, il rapporto annuale di Legambiente realizzato con il contributo delle forze dell’ordine.  Secondo l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche, «la perdita del patrimonio culturale ci costa circa un punto percentuale del Pil, calcolando il solo valore economico, poichè quello culturale non può essere calcolato>>.

In Campania sono stati recuperati dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ben 1470 reperti, pari ad un valore di 5 milioni di euro, sebbene si faccia sempre più complicato tenere sotto controllo i cosiddetti predoni dell’arte, che ormai agiscono sul web rendendo i loro traffici sempre meno individuabili.

Ritornando ora al caso Lavezzi, risulta difficile credere che l’argentino volesse trafugare un reperto così prezioso, ma senza dubbio non è un periodo fortunato per Ezequiel, di recente accusato in Argentina di evasione fiscale e riciclaggio di denaro.

Resta dunque alla Procura il compito di indagare sulla faccenda ed effettuare ulteriori accertamenti, per capire se si possa realmente parlare di ricettazione di opere d’arte o piuttosto di un semplice caso di incauto acquisto.

Nel frattempo il Pocho tornerà a Napoli per lavoro, in vista dell’ amichevole con il Paris Saint Germain che si giocherà il 30 luglio al San Paolo, alla quale l’attaccante parteciperà come previsto nel suo contratto di cessione ai francesi.

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