Pompei, lavoratori in assemblea: turisti in coda fuori dagli Scavi

Oltre cinquecento turisti sono rimasti fuori dagli scavi di Pompei: è il risultato di una protesta messa in piedi dai lavoratori per chiedere contratti equi. Dipendenti in assemblea e chi aveva scelto di visitare l’area archeologica, per lo più turisti non appartenenti a gruppi organizzati, è stato costretto a restare in strada fino alle 11 quando è terminato l’incontro: situazione simile anche a Ercolano, Oplontis, Stabia e Boscoreale.

Per fortuna l’assemblea dei lavorati era stata preannunciata così crocieristi e guide hanno evitato di far arrivare i grandi gruppi agli scavi, evitando il ripetersi delle scene viste recentemente con migliaia di persone in fila per entrare nell’area.

La protesta sta ormai dilagando a livello nazionale: i lavoratori in servizio presso i siti archeologici in tutta Italia sono in fermento. Mobilitazioni sono in corso, oltre che agli scavi di Pompei, anche al Collegio Romano nella Capitale, agli Uffizi di Firenze, in piazza San Marco a Venezia, alla Soprintendenza di Urbino, al Museo nazionale di Cagliari, alla Biblioteca di Potenza, al Clitumno e a Carsulae in Umbria, al castello di Bari e a quello di Miramare in Friuli.

I sindacati, Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa, chiedono “tutela contrattuale e professionale per i lavoratori”, ma soprattutto un piano per rilanciare un settore particolare segnato dalla crisi economica e dai tagli imposti dal Governo. Le sigle sindacali dicono no alla riduzione delle risorse e invitano il ministro Bray a “eliminare sprechi e appalti selvaggi” e a investire “nelle professionalità che salvaguardano e rendono vivo il grande giacimento di cultura” presente in Italia.

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